n altro tema familiare che si ritrova nelle opere di Tolkien è
la caduta del Bene. Durante tutta la nostra stessa storia, la più
famosa è quella di Lucifero, come raccontato nella Bibbia. Nel mondo
cinematografico, un ulteriore esempio si ritrova nella caduta di
un cavaliere Jedi, nella trilogia di Guerre Stellari. Anakin Skywalker
diventa il malvagio Darth Vader quando sedotto dal lato oscuro della
Forza. Nelle cronache della Terra-di-Mezzo possiamo vedere numerosi
altri esempi di ciò. Ci sono comuni mortali che, tentati dal lato
Oscuro, scelgono di cambiare schieramento. Ingordigia e ambizione
sono le ragioni principali per la loro defezione. Essendo promessi
loro ricchezza e posizioni di potere, cedono alle tentazioni. Essi
abbandonano quello in cui una volta credevano, e seguono il sentiero
dell'agio nella ricerca di dissolutezza, spesso influenzati da un
qualche grande potere. Per un mortale, ovvero uomini, nani, hobbit,
ecc.., questa è un'umana caduta. E' sbagliato, ma gli errori e sbagli
d'un uomo di mente debole possono esser trascurati. Egli gioca solo
una piccola parte nel grande schema del mondo. Il tempo dell'Uomo
sulla terra è limitato e da qualche parte in questo corto sentiero,
egli è destinato a fallire, in un modo o nell'altro.
La caduta di quelli che posseggono grazia divina è un affare di
natura un po' più complicata. Come nella maggior parte delle altre,
nella mitologia tolkeniana esistono esseri di natura simile a quella
divina. Il Creatore, Eru Ilúvatar, esiste al di fuori dell'universo,
ma ha posto alcuni dei suoi sottoposti a capo del mondo. Questi
semidei, Valar e Maiar, non interferiscono normalmente con le genti
e le creature del mondo. Essi non dimorano all'interno dei confini
fisici del mondo.
In tempi di necessità, però, inviano qualcuno di loro ad aiutare
i popoli della Terra-di-Mezzo. Essi appaiono spesso in forme simili
a quelle umane, con poteri limitati, e la loro vera identità nascosta.
La loro missione è di guidare ed aiutare, senza mutare loro stessi
l'ordine delle cose. Alcuni di questi, ed uno è lo Stregone Saruman,
falliscono nella loro missione e divengono servi del lato oscuro.
Avendo a che fare con i grandi problemi dell'universo, essi cadono
nella tentazione del potere e al posto di servire i loro superiori
e la causa del bene, utilizzano questo potere investito in loro
per farsi autocratici signori del mondo. Invece di aiutare la gente
bisognosa, essi cercano di renderla schiava. Vogliono che la loro
volontà governi sulla volontà degli altri.
Il fallimento del personaggio divino è di certo un disastro più
grande rispetto al fallimento dell'uomo comune. Le conseguenze sono
spesso più gravi e cataclismiche, ed il crimine più difficile da
dimenticare. Intendo studiare i personaggi caduti di Gríma Vermilinguo,
un uomo dei Rohirrim, e Saruman lo Stregone, uno dei Maiar minori
inviato ad aiutare le genti della Terra-di-Mezzo nella loro lotta
contro Sauron.
Al tempo della Guerra dell'Anello, Gríma è il consigliere di re
Théoden di Rohan. Théoden è vecchio e stanco, e questo fatto è stato
usato da Gríma. Al posto di dare consiglio su quanto è di maggior
interesse per Rohan, Gríma avvelena la mente del re per servire
i propri propositi. Almeno, questo è quanto pensa di stare facendo.
Alla fine, non sono soltanto i suoi interessi personali che sta
servendo, ma il proposito di una mente più grande, quella di Saruman,
il vero signore di Gríma, ed il cervello dietro la corruzione di
Rohan e del suo re. Nel suo saggio "Una battaglia per la vita",
Hugh T. Keenan suggerisce che "l'orgoglio di Théoden e del suo popolo
li fa isolare ed alleare con Saruman" (65, ma nella mia opinione,
questo non è tuttavia vero). Non è Théoden che ricerca l'alleanza,
ma Gríma, e alla fine, Saruman. Théoden non ha forza di volontà
per resistere a Gríma ed ai suoi malvagi consigli, così come Gríma
dal canto suo non ha la volontà per resistere a Saruman.
Seguendo la sua strada lungo la scala gerarchica, Gríma ottiene
un'importante posizione come consigliere del Re. Da principio, questa
posizione è stata ottenuta con le migliori intenzioni per il benessere
di Rohan: "Era un uomo, e ti rese dei servigi [dice Gandalf a Théoden]
a modo suo" (SdA 634). All'inizio è un uomo buono, e quasi certamente
vuole fare il bene della sua nazione: "Gríma Vermilinguo, quindi,
fece onesto servizio a Théoden, prima di vendersi a Saruman" (Kocher
77). Dopo aver raggiunto la posizione di consigliere, egli avverte
che questa è quanto più può spingersi avanti con mezzi legali. Egli
non è ancora soddisfatto. Vuole divenire re lui stesso. Mentre la
mente e salute di Re Théoden si deteriorano, Gríma vede la sua possibilità
una volta contattato da Saruman. Con l'aiuto dello stregone egli
può ora diventare re di Rohan.
E' il pensiero del potere che provoca la corruzione di Gríma Vermilinguo,
non Saruman. Man mano che l'ambizione di Gríma cresceva, cosi' faceva
la sua ingordigia. Egli vede la possibilità di diventare importante,
di divenire qualcosa di più grande dell'uomo comune che era all'inizio.
Quando Gríma accetta il proposito di Saruman, ha già attraversato
il confine tra l'essere Buono e l'essere Cattivo. I suoi piani di
prendere il trono di Rohan devono esserci stati ben prima della
sua collaborazione con Saruman, per poter esser ricettivo dell'influenza
maligna di Saruman. Saruman non crea Gríma, egli si limita a renderlo
più sofisticato, ovvero peggiore. Con l'aiuto di Saruman, Gríma
vede la possibilità di realizzare i piani che l'hanno corrotto.
Piani che probabilmente non sarebbe stato capace di portare a buon
fine per conto suo. E' il potere in sé stesso a corromperlo in principio.
Il terzo nemico di Gríma, insieme al potere ed a Saruman, è la sua
mancanza di forza mentale. Egli non possiede la forza di volontà
per resistere alle tentazioni a cui viene esposto. E' un uomo di
semplice origine, e. in qualche modo, di mente debole, anche se
"è ardito e sfrontato" (SdA 633). In primo luogo, egli non avrebbe
dovuto immischiarsi negli affari dei Grandi. Trovandosi qui, non
è forte abbastanza da separare gli interessi di Rohan dai propri.
Ci vuole un uomo di grande potere e nobile lignaggio, come Aragorn,
il lungo atteso re di Gondor, per ergersi contro la grande marea
del Male. Gríma non pensa in grande, come dovrebbe fare un uomo
in posizione di potere. Il principale interesse di Gríma è come
divenire re di una trascurabile nazione, e come conquistare la mano
della principessa Èowyn attraverso l'inganno: "Troppo l'hai osservata
[Eowyn] con quegli occhi socchiusi e seguita a passo a passo" (SdA
634). E, alla fine, tutte le cose promessegli da Saruman. Egli non
possiede quanto occorre per esser re.
Quando Gríma viene rimosso dal potere da Gandalf, gli viene offerto
perdono da Re Théoden: "È questa la tua scelta: seguirmi in guerra,
e mostrare a tutti noi nella battaglia se sei sincero" (SdA 635).
Come è spesso il caso con personaggi caduti a cui viene offerto
perdono, egli lo rifiuta. E' troppo orgoglioso per accettare questo
nobile gesto. Egli fugge invece ad Isengard e dal suo signore. Continua
a percorrere il sentiero del male anche se poteva espiare per i
suoi crimini e riprendere il suo ruolo nella gerarchia di Rohan,
ovvero il cittadino comune che era un tempo. Egli è troppo coinvolto
nelle faccende del Male, e l'orgoglio gli impedisce di tornare Buono.
Kocher puntualizza sull'ironia del fatto che il Male finisce per
servire il proposito del Bene (46-47). Questo è un fatto che c'entra
moltissimo con Gríma Vermilinguo. Nel suo cieco odio per il proprio
signore, Gríma cerca di uccidere Saruman nella torre di Orthanc:
"Vermilinguo.dà prova della "miglior" compagnia alla torre, non
per Saruman, ma per quelli al di fuori, in quanto nel suo odio getta
di sotto il palantir[7], l'oggetto
più prezioso in tutto il reame di Saruman" (Helms 102-103). Persino
il suo ultimo atto di malvagità serve il Bene; l'uccisione di Saruman.
L'omicidio viene di nuovo commesso in uno stato di puro odio. Egli
odia Saruman più di qualunque cosa al mondo, però non può separarsi
dallo stregone. Gli manca la forza di volontà per prender posizione
contro il suo signore. E' soltanto quando l'odio è troppo grande
per esser ignorato, che può liberarsi dal fardello mediante omicidio.
Egli trova la pace, non nel pentimento e salvazione, ma nel puro
odio. Il personaggio di Gríma Vermilinguo supporta definitivamente
le tesi di questo saggio: egli è malvagio ma siccome era solito
esser buono, ha percorso la lunga e complessa strada sulla scala
dell'allineamento. Egli non era nato malvagio.
Saruman è di stirpe divina. Attorno all'anno 1000 nella Terza Era,
egli giunge alle spiagge della Terra-di-Mezzo. Viene mandato dai
Valar, con il consenso di Eru Ilúvatar, per aiutare Elfi e Uomini
nella lotta in arrivo contro Sauron. Saruman è infatti un Maia,
ovvero una delle divinità monori, ed il suo nome originale nell'Ovest
è Curunir. Egli viene più tardi seguito da quattro altri Maiar,
chiamati tutti e cinque insieme, Istari, dei quali Gandalf è l'ultimo
e, come risulterà in seguito, il più saggio e il più potente. Gandalf
è anche l'unico che porta a termine il suo compito originario, e
in seguito, ottiene il permesso di ritornare all'Ovest.
Questi Maiar sono chiamati stregoni. Non significa che siano maghi
e posseggano grandi poteri magici. Sono chiamati stregoni per l'associazione
con la parola saggio, e possiedono solo limitate abilità magiche.
"[Gli Istari] possiedono. un'eminente conoscenza della storia e
della natura del Mondo" (Racconti Incompiuti 388). Essi appaiono
sotto le spoglie di uomini normali, e rivelano a molto pochi la
loro vera identità. E' loro severamente vietato mostrarsi nella
loro vera forma maestosa. Ancor più, e' loro proibito di cercare
di controllare le menti di Elfi e Uomini mostrando i loro poteri
divini. Gli stregoni sono inviati per aiutare ed assistere all'interno
dei confini psichici della Terra-di-Mezzo, così come in quelli fisici,
nella lotta contro un altro Maia, chiamato Sauron, semplicemente
per pareggiare la bilancia tra Bene e Male.
Ma neppure gli esseri divini sono infallibili. Poco a poco, Saruman
viene tentato dal grande compito a lui assegnato, e dal grande potere
investito in lui. Pochi possono equivalerlo. Nell'Ovest, è soltanto
uno tra i tanti. I suoi poteri non possono competere con i poteri
dei Valar. Egli è infatti uno degli dei minori. Nella Terra-di-Mezzo,
viene a confrontarsi col fatto di esser potente. Insieme a Gandalf,
egli ha il proposito di influenzare e cambiare, senza esser contestato
o impedito. Quando Sauron alla fine si rivela, sono preparati per
lui. Essi saranno capaci di combattere Sauron con gli stessi strumenti
che lui possiede.
Saruman diventa il leader auto-proclamatosi del mondo libero. E'
a lui che la gente si rivolge in tempi di necessità, o semplicemente
per cercare consiglio. Si stabilisce nella fortezza di Isengard,
e qui diviene una sapiente e ben conosciuta autorità, Elfi e Uomini
della Terra-di-Mezzo sanno dove trovarlo, e sanno che possono far
conto sulla sua assistenza. Lentamente, Saruman diventa orgoglioso,
egoista ed impaziente: "cosi' in verità lo spiare ed il gran segreto
di Saruman non ha all'inizio alcun proposito malvagio, ma non è
altro che un'idea folle nata dall'orgoglio" (Racconti Incompiuti,
350). Viene sedotto ed intossicato dal questo nuovo e potente ruolo
come guida del mondo. Egli fallisce nel portare a compimento il
compito assegnatogli: "la lorofunzione.pervertita da Saruman, [è]
di incoraggiare e portare alla luce i poteri innati dei Nemici di
Sauron" (Lettere, 180). Ancora, abbiamo un caso di mutamento
graduale dal bene al male, non una defezione avvenuta in una notte
come Muir e Wilson voglion farci credere.
Ci sono due ragioni principali per la caduta di Saruman. Una sta
nel fatto che ho già toccato più sopra, l'ingordigia per il potere
di Saruman. Al tempo della Guerra dell'Anello, Saruman si è alleato
con le forze di Sauron. Stanno entrambi cercando l'Unico Anello.
Sauron fa affidamento su Saruman, e lo vede come uno dei suoi sottoposti.
Qualsiasi notizia Saruman riceve sulla posizione dell'Anello, Sauron
si aspetta di ottenere da lui immediatamente, e inalterata. Saruman
non ha intenzione di aiutare Sauron a trovare l'Anello. Lo vuole
per sé stesso. Saruman si è alleato con Sauron solo per zprendere
il suo posto come Oscuro Sire quando l'Anello alla fine arriverà
in suo possesso.
Saruman non è il servo di Sauron, come Kocher puntualizza. Essi
sono simili nel senso che entrambi credono nella supremazia totale.
Saruman non è però l'alleato di Sauron; è in competizione con lui
(68). Anche W.H.Auden sottolinea questo fatto, nel suo saggio "The
Quest Hero": "tutte le alleanze di Male con Male sono necessariamente
instabili e sleali poiché.il Male ama solo sé stesso" (58). Auden
puntualizza che le alleanze del Male sono basate sulla paura e sulle
speranze di profitto. Sauron ha sedotto Saruman, ma non lo ha completamente
schiavizzato "così che Saruman cerca di prendere l'Anello per sé".
L'altra ragione principale per la caduta di Saruman è di natura
più trascurabile. L'invidia è una delle debolezze umane di Saruman.
In una lettera a Michael Straight, l'editore di New Republic, Tolkien
scrive: "[questi stregoni sono] anche.coinvolti nel pericolo dell'incarnazione:
la possibilità della "caduta", del peccato, se tu vuoi" (Lettere,
237). Gli Istari sono di natura divina, ma nelle loro incarnazioni,
vengono date loro fattezze umane di mente e corpo. Non vengono risparmiate
le debolezze umane, come tentazione, invidia e morte. Così, quando
Saruman viene preso dall'invidia, uno dei Sette Peccati Capitali
nel nostro mondo, questo prova che la sua forza di volontà non è
tanto grande quanto la gente pensa che sia.
L'obiettivo dell'invidia di Saruman è Gandalf: "Saruman presto [diviene]
geloso di Gandalf, e questa rivalità si muta in odio" (Racconti
Incompiuti, 349). Molto presto, Saruman realizza che Gandalf
è più potente di quanto lo sia lui: "Saruman [sa] nel suo cuore
che il Grigio Pellegrino ha la forza più grande, e la maggior influenza
sugli abitanti della Terra-di-Mezzo". Saruman è il saggio capo degli
Istari, ma non è il più grande di essi. Come i pensieri malvagi
iniziano a penetrare nella mente di Saruman, egli inizia a temere
Gandalf. Non è in grado di dire quanto Gandalf realmente conosca
dei suoi piani. Mentre gli altri trattano Gandalf con rispetto,
Saruman non lo fa. Ridicolizzandolo, Saruman spera di diminuire
il rispetto per Gandalf. Inizia ad opporsi a lui pubblicamente,
e a disprezzare i suoi consigli.
L'invidia di Saruman ha origine nella popolarità di Gandalf. Gandalf
è amato dagli abitanti della Terra-di-Mezzo per la sua onestà e
gentilezza. Egli nasconde i suoi poteri, mai desiderando che la
gente lo tema o veneri. Fa cose per le persone senza alcun motivo
speciale, semplicemente per aiutare o divertire. C'è raramente un
ulteriore motivo dietro le sue azioni. Saruman non può spiegarsi
questo pensare di fare del bene senza motivo particolare. Per lui,
le vite e azioni dei graziosi esseri e creature della Terra-di-Mezzo
sono di nessuna importanza, a meno che essi possano perseguire la
sua causa nei grandi affari del mondo. Presto l'invidia di Saruman
si muta in puro odio, e da allora in avanti, si oppone ad ogni proposito
che Gandalf porta avanti, e ad ogni azione che mette in atto. Lavorerebbe
con lui se potesse guadagnare qualcosa da ciò, come ricevere notizie
sulla locazione dell'Unico Anello, che egli desidera più di ogni
altra cosa.
Il primo episodio che porta all'invidia di Saruman, è quello di
un regalo a Gandalf. Nel giorno in cui sbarca sulle spiaggie della
Terra di Mezzo, a Gandalf viene dato un anello da Círdan il Costruttore
di Navi. L'anello è Narya, uno dei tre anelli elfici, tenuti nascosti
a Sauron. Questo anello è una delle importanti armi nella lotta
contro Sauron. Nelle giuste mani, esso può perseguire la causa del
lato Buono. Saruman non può comprendere perché non sia stato dato
a lui. Egli è il primo degli stregoni ad entrare nella Terra-di-Mezzo.
Esso non sarebbe dovuto andare a lui? Anche se lui sa che Gandalf
è più potente di lui, gli altri non lo sanno. Il potere dell'anello
dovrebbe esser lui a possederlo, non lo stolto Gandalf.
La semplice spiegazione di questo è che Círdan riconosce la vera
identità di Gandalf fin dal suo arrivo. Egli vede il reale potere
investito in lui, e sa che lui è la persona giusta per portare l'anello:
"Círdan.indovina in lui lo spirito più grande ed il più saggio"
(Racconti Incompiuti 389). Una ragione per non darlo a Saruman
può essere che Cirdan riconosca anche la vera natura di Saruman,
e sappia che egli non è fatto per possedere tale potere. Círdan,
un Signore Elfico, è uno dei Saggi della Terra-di-Mezzo. Egli ha
vissuto per molte migliaia di anni ed ha una buona esperienza nei
grandi affari del mondo.
Saruman viene completamente sconfitto nella Guerra dell'Anello.
Dopo la sconfitta, Gandalf elimina ogni potere investito in Saruman.
Anche a questo traditore viene data l'opportunità di pentirsi ed
espiare per i suoi crimini dando assistenza nella perdurante guerra
contro Sauron, ma Saruman rifiuta l'offerta. Il suo orgoglio gli
impedisce di farlo. Egli non può rassegnarsi al pensiero di essere
privo di potere, e di divenire un subordinato di Gandalf, che una
volta era un suo sottoposto.
Uno dei grandi errori di Gandalf è di lasciare ad altri quella faccenda.
Saruman non riceve alcuna reale punizione e viene soltanto imprigionato.
Egli riesce a fuggire dalla prigionia e compie un ultimo atto di
crudeltà. Flagella la Contea, la terra degli hobbit, con l'aiuto
di Gríma Vermilinguo. Alla fine, viene ucciso da Gríma, e la sua
anima respinta all'Ovest e gettata nel vuoto al di fuori dell'universo.
Perché Saruman s'arrischia di esser esiliato per sempre? Quando
il compito degli Istari nella Terra-di-Mezzo viene compiuto, essi
devono tornare all'Ovest: "la memoria del Reame Beato [è] per loro
una distante visione, per la quale.essi [si struggono] terribilmente"
(Racconti Incompiuti 390). Essi sanno che gli sarà permesso
di tornare al paradiso che un tempo avevano conosciuto, e così tanto
amato, a patto che rimangano fedeli alla loro missione, ed ai Valar.
Essi sanno anche che se si daranno al Male, ne saranno per sempre
banditi. Saruman doveva sapere di star facendo un azzardo, qui.
A dispetto di questa consapevolezza, egli continua comunque coi
suoi piani. Ha una tale confidenza nel suo successo, che neppure
contempla un fallimento. Se riuscisse a trovare l'Anello e prendere
il controllo della Terra-di-Mezzo, egli avrebbe un proprio paradiso
personale. Un paradiso infine buono come l'Ovest, in accordo con
sé stesso.
Saruman crede nella sua causa, cosi' come Boromir, Tom Bombadil e Gríma fanno. Deve farlo, altrimenti non rischierebbe quanto già possiede. La grande differenza è che la sua responsabilità è molto piu' grande. Se non possiamo fidarci delle nostre divinità, di chi potremmo allora fidarci? Saruman gioca con il destino di un mondo intero, un mondo che crede il lui e di lui si fida. Anche se egli un tempo aveva un'origine buona, non ci sono circostanze attenuanti. Egli sceglie il sentiero del Male, e la sua punizione di conseguenza è tanto severa quanto il castigo di Sauron, o di quello del signore di Sauron, Morgoth[8], ovvero la condanna a trascorrere l'eternità nell'abisso. Di certo, il Male non ha mai significato di conquistare. La distruzione è nella sua natura: "oft evil will shall evil mar ('spesso il male sarà la rovina del male', N.d.T.)" (Kocher 47).
[7] Un palantir è una sfera di cristallo usata
per trasmissioni telepatiche. C'erano originariamente sette palantiri,
portati nella Terra-di-Mezzo dai sopravvissuti al cataclisma di
Numenor. Nel palantir, si potrebbe, tra le altre cose, vedere cosa
accade in un altro palantir e, se potenti abbastanza, leggere la
mente del ricevente.
[8] Morgoth era originariamente uno dei Valar
coinvolti nella creazione dell'universo. Egli era conosciuto come
Melkor, e visto come uno dei più potenti Valar, prima della sua
caduta. Sauron non era altro che il luogotenente di Morgoth, prima
che Morgoth fosse sconfitto e gettato nel vuoto esterno, nella Prima
Era.
<< I NEUTRALI | INDICE
| SMÉAGOL/GOLLUM >>