Sulle tracce di un autore
Come dice la nota
in sovracoperta, questo libro è lo studio critico definitvo
sui grandi lavori di J.R.R. Tolkien e Tom Shippey ha tutte le carte
"in regola" per affermarlo.
L'autore cerca di rilanciare Tolkien nel
panorama della letteratura mondiale ´evidenziando aspetti
spesso trascurati o analizzati superficialmente´ dei lavori
di Tolkien; troveremo nel libro quindi riferimenti filologici ed
etimologici e paragoni con altri scrittori come Joyce o Elliot.
Nel libro vengono esaminati Lo Hobbit,
Il Signore degli Anelli e Il Silmarillion e viene
mostrato il modo in cui queste storie dovevano ricreare una mitologia
per l'Inghilterra.
Particolare attenzione è posta nell'analisi de Il Signore
degli Anelli, sia sotto il profilo linguistico sia sotto quello
culturale.
Shippey ben evidenzia il complesso intreccio
di storie che dall'inizio alla fine del volume (appendici comprese)
tiene alto l'interesse del lettore, quasi ipnotizzandolo.
Altro concetto molto bene analizzato è quello del Male nella
sua duplice forma di male in quanto essenza / male quale realtà
concreta.
L'autore però, come altri critici,
si spinge un po' troppo in là nell'interpretare ´i
fatti della terra di mezzo´ ricollegandoli a eventi storici
ben precisi. Unica attenuante: nel farlo si assume la responsabilità
di ciò che asserisce, chiarendo che si tratta di una sua
personale interpretazione e che Tolkien ha più volte smentito
tali interconnessioni.
Pur essendo un libro rivolto agli "addetti
ai lavori", esso è accessibile anche a chi ha letto
poco della narrativa di Tolkien; sebbene, in quest'ultimo caso,
rischierà di perdere molte sfumature di questo lavoro che
mostra chiaramente come i lavori di Tolkien siano senza tempo.