Le rune
di Dan Smith, traduzione di Giuseppe Truono

alfabeto runico apparve per la prima volta tra le genie germaniche dell'Europa centrale ed orientale, durante il periodo Romano. Molti caratteri runici sembrano essere stati presi a prestito da altri alfabeti, come ad esempio l'alfabeto greco, quello etrusco ed il più antico alfabeto romano. Alcune rune, invece, sembrano essere state inventate proprio da questi popoli.

Le più antiche iscrizioni runiche nella pietra risalgono al Secondo Secolo d.C., sebbene è molto probabile che l'alfabeto runico fosse già in uso alcuni secoli prima. Le rune sono state un alfabeto molto pratico che sviluppato per necessità. Molti adulti in Europa, al tempo dei Romani, possedevano ogni sorta di coltello, e le sculture in legno mostrano, di sovente, la grande l'abilità dei loro fabbricanti nell'incidere il legno. Così crearono un alfabeto che poteva essere riprodotto facilmente con linee dritte nel legno (e poi nella pietra) e che proprio per questo trovò un rapido sviluppo. Molte iscrizioni runiche identificano semplicemente, la proprietà, le tombe, qualcosa o qualcuno.

All'inizio della loro storia, le rune, ebbero poche regole di scrittura. Potevano essere scolpite, indifferentemente, da sinistra verso destra e da destra verso sinistra, o anche secondo il metodo Boustrophedon (la prima riga veniva scritta da sinistra verso destra, quella successiva da destra verso sinistra e via di seguito). Le rune venivano inoltre, spesso capovolte. La runa ed la sua immagine speculare, avevano però lo stesso valore fonetico.

Durante il periodo buio dell'Europa, quando l'alfabeto latino-romano acquisì più importanza, la convenzione romana di scrivere da sinistra verso destra, divenne la regola anche per l'alfabeto runico.

L'alfabeto runico germanico conteneva 24 caratteri. I primi 6 caratteri danno luogo alla parola "FUTHARK", oggi normalmente usata per indicare le rune. Quando le rune cominciarono a diffondersi nel nord dell'Europa, e precisamente in Scandinavia, alcune lettere furono omesse dall'alfabeto che si ridusse a soli 16 caratteri.

Tra il 400 ed il 600 d.C., tre popoli (gli Angli, i Sassoni e gli Juti) invasero la Britannia portandovi le rune. Una volta in Britannia, l'alfabeto degli Anglosassoni (Anglo-Saxon Runes) fu portato a 32 simboli.

Dall'800 d.C. le rune furono utilizzate da un capo all'altro dell'ovest, del centro e del nord Europa. I Vichinghi portarono le rune in Islanda ed in Groenlandia. Tramite i traffici commerciali che interessavano l'Europa centro orientale le rune si diffusero anche in Ungheria, Romania, Polonia ed in parte della Russia. I secoli che seguirono si caratterizzarono per la diffusione in Europa del cristianesimo, in questo periodo le rune andarono pressochè in disuso per l'affermarsi dell'alfabeto latino-romano e delle sue varianti. Una versione più antica dell'alfabeto latino-romano, usata nell'Inghilterra anglo-sassone durante il periodo antecedente la conquista Normanna, conteneva alcune lettere runiche come la "Þ" (thorn), basata sulla terza lettera dell'alfabeto runico.

Durante il Medioevo, quando il Cristianesimo divenne l'elemento culturale dominante nella maggior parte dell'Europa, le rune caddero quasi del tutto in disuso, tanto che molta poca gente sapeva ancora decifrarle. Molti gruppi di non cristiani e di pagani, continuarono ad utilizzare i simboli runici (ad esempio i seguaci della religione druida). Essi furono però, perseguitati dalle autorità cristiane e le loro usanze furono demonizzate.

Incapaci di comprendere le rune, i leader della Chiesa supposero si trattasse di formule magiche capaci di liberare il potere del demonio. A partire da quel momento, le rune acquisirono una pessima fama tanto da essere ancora oggi associate ai fenomeni dell'occultismo e del satanismo.

All'inizio di questo secolo, in Germania, il Nazismo ha utilizzato le rune per le insegne militari e per la propaganda, contribuendo a promuovere la reputazione sinistra delle rune.

Un contributo certamente positivo alla reputazione delle rune lo ha certamente dato, John Ronald Reuel Tolkien, che le utilizza per confezionare mappe e per integrare la grafica delle copertine delle edizioni cartonate dei suoi libri. Tolkien, ha usato le rune per rappresentare la scrittura dei Nani nelle sue storie. I Nani di fatto, usavano un alfabeto runico differente (chiamato Cirith o Argerthas). Tolkien ha sostituito il Cirith con il più familiare alfabeto runico anglo-sassone, proprio come ha sostituito l'inglese a molti linguaggi in uso nella Terra di Mezzo.

Ai nostri giorni diverse persone s'interessano ancora delle rune. Possiamo dividere questa gente in due categorie: da un lato gli storici della cultura e del linguaggio, dall'altro gli appassionati di romanzi fantasy e di giochi di ruolo.

Il Tengwar

Alcuni decenni fa, quando J.R.R. Tolkien scrisse la serie di romanzi fantasy: "Lo Hobbit" ed il "Signore degli Anelli", descrisse una razza di Elfi che possedevano una ricca storia, linguaggio e cultura. Non tutti gli Elfi parlavano lo stesso linguaggio. I linguaggi più importanti erano: il "Quenya" (il linguaggio degli Alti-Elfi) ed il "Sindarin" (il linguaggio parlato dagli Elfi-Grigi). All'inizio della loro storia, gli elfi concepirono un alfabeto per rappresentare il loro linguaggio. Più tardi, Fëanor dei Noldor, ispirandosi all'alfabeto di Rúmil, ideò un nuovo sistema di scrittura. L'alfabeto Fëanoriano fu creato per essere un ordinato sistema di scrittura che potesse essere rappresentato con penne e con pennelli.

I suoni delle consonanti erano rappresentati da lettere chiamate: "Tengwar". Le lettere Tengwar primarie sono 24. Le lettere sono organizzate in quattro serie di "Témar" (come si può vedere nella figura che segue). Ciascuna serie era usata per rappresentare suoni creati da differenti parti della bocca. Le serie I e II erano quasi sempre usate per rappresentare i suoni dentali e labiali. I caratteri della serie III, erano generalmente usati per rappresentare o i suoni palatali o quelli velati. Infine quelli della serie IV rappresentavano o i suoni velati o quelli labiali, a seconda del linguaggio rappresentato. Queste quattro serie, erano a loro volte divise in sei gradi, detti anche "Tyeller" (le righe della figura che segue). Ogni grado rappresenta un suono creato dai diversi modi in cui l'aria fuoriesce dalla bocca o dal naso. I gradi 1 e 2 erano usati per gli esplosi sordi e sonori. I gradi 3 e 4 erano usati per i fricativi sordi e sonori. Il grado 5 era usato per i suoni nasali ed il 6 per le consonanti semi-vocali. Ogni lettera Tengwar ha assegnato un valore fonetico a seconda della sua posizione in questa griglia. I vari popoli parlano linguaggi differenti a seconda di come ridefiniscono la griglia, così solo alcune lettere ebbero un valore fonetico fisso.

Tutte le lettere primarie erano formate (alla fine) di due elementi: uno stemma verticale o "Telco" (che rappresenta l'aria) e delle stanghette ricurve o "Lúva" (che rappresentano la voce). Esistevano inoltre, numerose lettere addizionali che integravano le lettere Tengwar primarie. Queste, non necessariamente seguivano le regole per i simboli.

Nella loro forma più antica, i suoni vocali erano rappresentati da simboli chiamati: "Tehtar". I simboli Tehtar erano messi sopra e sotto (ed a volte anche dentro) le lettere Tengwar. Esistevano cinque simboli Tehtar standard, che rappresentavano i cinqua suoni vocali più comunemente usati (a, e, i, o & u). Esse erano più frequentemente poste sopra le lettere Tengwar. (Tolkien usa questo stile per creare molte delle sue iscrizioni Quenya, Sindarin ed inglesi in Tengwar). Ma sia il numero delle vocali, sia il posto in cui esse vengono poste, dipende dal popolo che ne fa uso.

Nella forma più recente del Tengwar, furono usate delle lettere addizionali per rappresentare il suono delle vocali. Questa forma "aperta" fu sviluppata dagli Elfi-Grigi che vivevano nel Beleriand.

Il Tengwar divenne un sistema di scrittura molto flessibile, facilmente adattabile dalle differenti razze al loro linguaggio. Sfortunatamente, da quando divenne così flessibile fu possibile avere differenti versioni per tutti i linguaggi.

Per maggiori informazioni sulla storia del Tengwar, sullo stile ed altro, consultare l'Appendice E del "Signore degli Anelli".

Griglia delle lettere primarie del Tengwar Quenya:

Note:

1) Tecnicamente, anna non ha lo stesso valore di "y" quando è usato nel modo Quenya "y" è rappresentata da anna + "following-y" tehta (o hì). Anna non è mai usato da solo nei testi Quenya pubblicati.
2) Sebbene questa lettera è parte del set standard di lettere addizionali, non è usata per scrivere i testi nel linguaggio dei Quenya.
3) I simboli Carrier lunghi e corti, rappresentano le lettere mute. Sono usati insieme ai simboli delle vocali.

Griglia delle vocali del Tehtar Quenya:

Note:

1) Nel Quenya, il suono a ricorre così spesso, che il suo simbolo (tre puntini) è spesso semplificato (in una sorta di accento circonflesso) o, se ciò non genera confusione, eliminato.

2) In tutte le iscrizioni in Tengwar Quenya pubblicate da Tolkien, è usato il segno dell'accento acuto per rappresentare il suono della e ed il puntino singolo per il suono della i, ma Tolkien ha anche dichiarato che l'inverso è ugualmente valido.

3) Le vocali lunghe hanno lo stesso suono delle vocali brevi, la sola differenza è la durata del suono. Per esempio: la u breve è come la u in brute, mentre la u lunga è come la uu in cool (pronuncia inglese).

Griglia Tengwar delle consonanti Sindarin (Standard Mode):

Caratteri principali:

Caratteri addizionali:

Note:

1) The long and short carriers are silent letters. They are used in conjunction with vowel symbols. Please refer to the: "Writing Sindarin with Tengwar" section of this document for detailed usage rules.

Griglia Tehtar delle vocali Sindarin (Standard Mode):

Note:

1) Nel Sindarin, il suono a ricorre così spesso, che il suo simbolo (tre puntini) è spesso semplificato (in una sorta di accento circonflesso) o, se ciò non genera confusione, eliminato.

2) In tutte le iscrizioni in Tengwar Sindarin pubblicate da Tolkien, è usato il segno dell'accento acuto per rappresentare il suono della e ed il puntino singolo per il suono della i, ma Tolkien ha anche dichiarato che l'inverso è ugualmente valido.

3) Le vocali lunghe hanno lo stesso suono delle vocali brevi, la sola differenza è la durata del suono. Per esempio: la u breve è come la u in brute, mentre la u lunga è come la uu in cool (pronuncia inglese).

 

           
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