a storia di Númenor è la rivisitazione Tolkieniana
della legenda di Atlantide (il racconto è pubblicato ne Il
Silmarillion con il titolo di "L'Akallabêth",
che può essere tradotto come "La Caduta"). Númenor
era un'isola del lontano Ovest, una "terra a parte" donata
agli eroici Edain (umani) della Prima Età che avevano aiutato
i Noldor nella guerra contro Morgoth. [La linea dei Re di Númenor
discendeva da Elros, fratello di Elrond, che scelse di divenire
mortale; essa giunge indirettamente ad Elendil l'Alto, primo Re
di Amor e Gondor, e, alla fine, ad Aragorn figlio di Arathorn.].
La situazione teologica è quella "standard" del
Bando e della Caduta. I Númenoreani, nonstante fosse stata
loro concessa una vita più lunga, rimanevano comunque degli
Umani, e quindi, destinati a morire.
Essi avevano ricevuto l'ordine di non mettersi in viaggio verso
l'Ovest, ossia verso le Terre Imperiture (Valinor).
Dopo un po' di tempo (e forse inevitabilmente, dato che il loro
potere e la loro ricchezza si erano fortemente accresciuti) i Númenoreani
divennero invidiosi degli Elfi e si struggevano dal desiderio di diventare
essi stessi immortali (in modo da godersi la loro gioia più
a lungo). Si convinsero che il controllo fisico delle Terre Imperiture
avrebbe fatto loro raggiungere tale risultato; in ogni caso ritennero
saggio non tentare nessuna azione azzardata. Significativamente,
più i Númenoreani erano ossessionati dal pensiero
della morte, più velocemente l'arco della loro vita diminuiva.
Verso la fine della Seconda Età, Re Ar-Pharazôn il
Dorato, orgoglioso, sfidò Sauron per ottenere la supremazia
nella Terra-di-Mezzo. I Númenoreani vinsero lo scontro e
portarono Sauron prigioniero a Númenor. Con ancora il controllo
dell'unico Anello, egli soggiogò la maggior parte dei Númenoreani
(eccezion fatta per i Fedeli ed il loro capo, Amandil e suo figlio
Elendil). Quando la morte del Re Ar-Pharazôn si approssimava
(perchè sentiva i suoi giorni giungere alla fine, ed era
ossessionato dalla paura della Morte"), infine Sauron lo convinse
con l'inganno ad attaccare Valinor. Fu un errore. Un grande abisso
fu aperto nel Mare e Númenor vi sprofondò. (Tolkien
ebbe un sogno ricorrente circa questo evento; ne Il Signore degli
Anelli lo attribuisce a Faramir, il quale lo narra nel capitolo
"Il Sovrintendente ed il Re").
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