Chi è J. R. R. Tolkien? di Serena "Eledhwen" Contadin |
IL SILMARILLION“Il Silmarillion” è l'opera che più di ogni altra è stata cara a Tolkien, egli ha riversato in essa il desiderio di creare una mitologia per l'Inghilterra, scrivendola ha cercato di ritrovare lo stile “ alto ” delle antiche opere, e da essa ha origine la maggior parte della sua produzione letteraria. A quest'opera dedicò quasi tutta la vita (iniziò a scriverla nel 1917) senza però portarla a compimento, fu il figlio Christopher a pubblicarla nel'77 dopo la morte del padre. “Il Silmarillion” è diviso in cinque libri, una sorta di Pentateuco, e racconta la storia del mondo dalla sua creazione fino agli antefatti del “ Signore degli Anelli” (con la trilogia, “ Il Silmarillion” arriva ai giorni nostri). Anuliandale: “Il canto degli Ainur” è il racconto della creazione, l'unico Dio, Eru, crea gli Ainur (simili a spiriti angelici) e ad essi propone un tema musicale a cui ognuno di loro può partecipare aggiungendo gli abbellimenti che desidera. Ma Melko, uno dei due spiriti più potenti si ribella e suona una musica in disaccordo con Eru. Tuttavia Eru da vita al loro canto e così nasce Arda, il mondo. Alcuni degli Ainur si incarnano e vanno a dimorare in Arda, tra questi vi è anche Melko che giunto colà, comincerà una terribile guerra con gli altri Ainur per il dominio sulla terra. Valaquenta: “Il novero dei Valar” è l'elenco dei principali Ainur, la maggior parte dei quali sono quelli che si sono trasferiti in Arda , e dei Maiar (spiriti minori), tra questi vi è Sauron che corrotto da Melkor diventa il suo più temibile servitore e sarà, l'Oscuro Signore degli Anelli della Trilogia. Quenta Silmarillion: “Il racconto dei Silmaril” è il libro più lungo , nonché quello ha da il nome all'intera raccolta di racconti. Vi si narra la creazione di Elfi e Uomini da parte di Eru (Dio), della creazione da parte dei Valar (spiriti che dimorano nel mondo) di due gigantesche lampade per illuminare Arda (il mondo) ma che vengono distrutte dal malvagio Melko. I Valar creeranno quindi due alberi luminosi,ma Melko riuscirà a distruggerli e ruberà i Silmaril agli Elfi (i Silmaril sono tre gemme contenenti la luce stessa degli alberi). Una stirpe di Elfi, guidati dall'Elfo creatore dei Silmaril abbandonerà la terra dei Valar per cercare Melko e recuperare i gioielli, ciò porterà a una serie di battaglie e vicende che dureranno per secoli e coinvolgeranno anche uomini e nani. La vittoria è infine nelle mani di Melko, ma un uomo riuscirà a raggiungere i Valar, che frattanto avevano occultato la loro regione, e a essi presenterà la tragica situazione della Terra di Mezzo. Con la vittoria dei Valar, che rovesceranno Melko e lo cacceranno da Arda, ha termine la Prima Era. Akallabeth: “La caduta di Numenor ”qui sono raccontati gli eventi della Seconda Era, tratta dell'ascesa del popolo di Numenor, una nobile razza di uomini, a cui, dopo la battaglia contro Melko, i Valar avevano donato l'isola di Numenor come premio per la loro fedeltà. Ma l'opera di Sauron (il fedele servo di Melko) creò discordia e malcontento tra i Numenoreani, divennero gelosi dell'immortalità degli Elfi e, non rispettando l'unico veto dei Valar, tentarono di fare vela verso le terre degli Elfi. Vennro per questo severamente puniti e la loro isola si inabissò, solo pochi, della più nobile stirpe di uomini, raggiunsero la Terra di Mezzo salvandosi. Gli anelli del potere e la terza età: è il rendiconto dei principali avvenimenti che vedono gli uomini e gli Elfi contrapporsi al nuovo Oscuro Signore, Sauron , che a Mordor ha creato la sua fortezza. Egli riesce a ingannare gli Elfi e a creare alcuni anelli (in uno riversa la maggior parte del suo potere) attraverso i quali tenterà di dominare i popoli liberi di Elfi Nani e Uomini, ma un'alleanza di Uomini ed Elfi riuscirà a sconfiggerlo (non definitivamente), l'Anello del Potere va perduto e la vicenda termina per proseguire ne “ Lo Hobbit” ma soprattutto ne “Il Signore degli Anelli”. LO HOBBIT “Lo Hobbit” è nato come una storia per bambini , Tolkien l'aveva scritta per i suoi figli, la pubblicò ancora in vita e ottenne un'enorme successo. Tolkien divenne per tutti “ il padre degli Hobbit”. La favola racconta la storia di uno Hobbit della Contea, di nome Bilbo Baggins. Gli Hobbit sono delle creature simili agli uomini, ma alti la metà e con grandi piedi, sono un popolo pacifico e gioviale. Bilbo viene coinvolto dal mago Gandalf in un'avventura che lo porterà, assieme a dei Nani, alla riconquista del loro regno e del tesoro, perso a causa di un Drago, Smaug. Bilbo viene ingaggiato come scassinatore, capacità che in realtà non possiede e durante l'avventura conquisterà un anello dopo una sfida ad indovinelli con un altro Hobbit, il viscido Gollum. L'anello dona invisibilità e longevità, grazie ad esso e all'aiuto di Bilbo la missione dei Nani riuscirà, il Drago ucciso e il tesoro riconquistato. IL SIGNORE DEGLI ANELLI Nasce come il seguito dello Hobbit ma è un romanzo per adulti. Sarà quest'opera a dare a Tolkien la fama maggiore consacrandolo come l'iniziatore del genere fantasy. “The Lord of the Rings” diventa un vero e proprio libro-culto, vendendo cento milioni di copie e, tradotto in 33 lingue, pare essere il terzo libro più venduto al mondo. E' stato diviso in tre parti per motivi pratici di pubblicazione ma la trilogia è un'unica storia. La Compagnia dell'Anello: nella Terra di Mezzo, Sauron, l'Oscuro Signore, ha forgiato un Anello del Potere con lo scopo di dominare tutte le razze, per far questo ha riversato gran parte del suo potere in esso. Ma l'Anello è andato perduto e per una serie di vicende è finito nelle mani del pacifico Hobbit Bilbo Baggins che naturalmente ignora che quel semplice cerchietto d'oro sia l'Anello di Sauron. Bilbo lascerà l'Anello al nipote Frodo ed esso verrà guidato dal mago Gandalf, (che in realtà è uno spirito inviato dai Valar) ad affrontare un lungo viaggio. Partirà con tre Hobbit e attraverserà una Terra di Mezzo sconquassata dalle guerre. Sauron cerca disperatamente di ritrovare l'Anello per riacquistare tutto il suo potere e riuscire finalmente a dominare i popoli liberi, oramai meno potenti di un tempo. I quattro Hobbit incontreranno pericoli e amici insperati; grazie all'aiuto del ramingo Aragorn giungeranno alla casa di Elrond, un sapiente re degli Elfi, dove si terrà un consiglio e si deciderà che l'unica soluzione per sconfiggere quel male per sempre, è distruggere l'Anello. Per farlo bisogna arrivare fino al cuore della terra di Sauron a Mordor e gettare l'Anello nel vulcano dove è stato creato. Per realizzare questo scopo viene nominata una compagnia con nove membri, nove come i nove cavalieri neri, i Nazgul, fedeli servitori di Sauron. La compagnia sarà così composta: il mago Gandalf, gli Uomini Aragorn e Boromir, l'elfo Legolas, il nano Gimli e gli Hobbit Frodo (il portatore dell'Anello) , Sam, Merry e Pipino. La compagnia perderà in poco tempo la loro guida, Gandalf, e, guidata da Aragorn, giungerà al reame Elfico di Lothlorien dove verranno ben accolti, quando ripartiranno, oramai vicini a Mordor, la Compagnia si scioglierà. Boromir tenterà di rubare l'Anello a Frodo ma morirà in combattimento con degli orchi difendendo i due hobbit Merry e Pipino. Le due Torri: Frodo e Sam partono da soli per Mordor, durante il cammino incontrano Gollum che li inseguiva per recuperare il suo Tesoro (l'Anello che a lungo ha posseduto); Gollum diventa la loro guida. Essi saliranno le lunghe scale di Cirith Ungol, tra le montagne, per entrare segretamente a Mordor. Merry e Pipino vengono catturati dagli Orchi di Saruman, (è un potente stregone al pari di Gandalf ma è alleato a Sauron) Aragorn, Legolas e Gimli corrono al loro inseguimento e arrivano alla foresta di Fangorn dove incontrano inaspettatamente Gandalf ancora più deciso e pronto a combattere. Con lui andranno a Rhoan, un regno di uomini senza aver trovato i due hobbit. Merry e Pipino, sfuggiti agli Orchi si addentrano nella foresta di Fangorn, qui incontrano gli Ent, delle creature metà uomo e metà albero, esseri antichissimi oramai quasi estinti ma i due piccoli Hobbit riescono a convincerli a combattere contro Sauron e Saruman. Il popolo di Rhoan si rifugia al Fosso di Helm dove tenta di resistere all'attacco dell'esercito dello stregone Saruman. I Rohirrim resisteranno e la fortezza di Saruman distrutta dagli Ent. Il Ritorno del re: Sauron attacca il popolo di Gondor, l'arrivo dei cavalieri di Rhoan rovescerà le sorti della battaglia e farà si che il popolo di Gondor non soccomba all'assedio. .Aragorn si rivelerà essere l'erede al trono di Gondor e riunirà un esercito di poche migliaia di uomini per marciare contro Mordor e combattere l'ultima disperata battaglia contro un nemico quasi invincibile. La folle speranza dei popoli liberi è legata con un sottile filo alla riuscita della missione di Frodo e Sam. Frodo, oramai giunto sull'orlo della voragine non riesce più a resistere all'immenso potere che ha l'Anello, decide di non distruggerlo e lo mette al dito, Sauron li vede ma Frodo verrà provvidenzialmente aggredito da Gollum, che, preso l'Anello cadrà nella voragine permettendo la realizzazione della missione. Distrutto l'Anello il potere di Sauron crolla. I popoli liberi celebrano la vittoria. Gli Hobbit tornano nella loro amata terra, la Contea , ma in essa non vi è più pace perché lo stregone Saruman ha deciso di prendersi la sua vendetta. I quattro Hobbit risveglieranno allora l'orgoglio della propria gente e scacceranno lo stregone che morrà proprio per mano del suo fedele servitore. Infine Frodo potrà eccezionalmente partire per il reame di Valinor , nella terra dei Valar, unico luogo dove troverà la pace nel cuore. § § § Tolkien, filologo e studioso dell'antica letteratura celtica e medioevale, rimpiangeva l'assenza di una vera e propria mitologia per la sua amata terra inglese. Sognò di poter creare lui stesso una mitologia, credeva fosse un obiettivo irraggiungibile ma quell'obiettivo, forse inconsapevolmente, lo raggiunse. Sono molte le motivazioni che rendono le opere dell'iniziatore del fantasy molto diverse dai romanzi fantasy commerciali che solitamente si trovano nelle librerie. Il primo libro pubblicato da Tolkien è“Lo Hobbit” che, pur facendo parte della storia della Terra di Mezzo, è un libro per bambini “Quando pubblicai Lo Hobbit, di fretta e senza la dovuta considerazione, ero ancora influenzato dalla convenzione che le “storie fantastiche” si debbano rivolgere ai bambini. E io stesso avevo dei figli piccoli. Ma il desiderio di rivolgersi ai bambini, in quanto tali, non ha nulla a che vedere con la storia in se stessa o con l'urgenza di scriverla. Ho tuttavia avuto qualche deplorevole conseguenza sul modo di esprimermi, che, se non mi fosse stata fatta fretta avrei corretto. Bambini intelligenti e di buon gusto (che sembrano esistere in buon numero)hanno sempre considerato un'imperfezione, sono felice di dirlo, quei punti scritti nel modo convenzionale di rivolgersi ai bambini” (1), Tolkien infatti arriverà a sostenere nel suo saggio sulle fiabe che per il genere fantastico il pubblico giusto sia quello degli adulti e per questi infatti scriverà. L'abilità narrativa dello scrittore è degna di nota, lo stile nei suoi romanzi è sempre diverso; nel “ Silmarillion” (che è il testo più complesso e articolato) è mitico, epico e arcaico, è di quello stile nobile e alto a cui Tolkien mirava; sempre elevato è lo stile de “Il Signore degli Anelli”, ma più leggero e scorrevole, ha un ritmo così incalzante che riesce a mantenere vigile l'attenzione e la curiosità del lettore lungo tutte le 1300 pagine. Se poi si ripercorre l'intera mitologia tolkeniana, ci si accorge di come questo stile narrativo muti volutamente col passare del tempo, con l'evoluzione del mondo secondario vi è l'evoluzione graduale della lingua. Le prime pagine del “Silmarillion” ricordano il linguaggio biblico che subisce una graduale metamorfosi e si trasforma successivamente in linguaggio mitologico, e infine si delinea come epico. Inoltre la lingua segue anche il percorso della vicenda e dei personaggi, ciò è più evidente nel “Lord” , in esso lo scenario muta velocemente e i personaggi si trovano ad incontrare popoli molto diversi tra loro, e il linguaggio gioca un ruolo fondamentale nel differenziare e meglio delineare le varie culture, i personaggi si esprimono in maniera diversa, anche all'interno della stessa “Compagnia dell'Anello”, gli Hobbit parlano semplicemente, scherzando e menzionando filastrocche, i due uomini, soprattutto il futuro re, menziona racconti antichi ed è nobile nell'esprimersi, il nano è rude, un po' duro, schietto e conciso, lo stregone è filosofico e saggio, abile nei duelli linguistici e infine l'Elfo, la razza più bella e saggia, è dolce e poetico. Ma il fatto che più incuriosisce è che i lettori del “Signore degli Anelli” avvertono leggendolo, che c'è qualcosa in più, qualcosa dietro; ma cos'è questo qualcosa? “Il fascino del Signore degli Anelli è in parte dovuto, penso, all'intuizione di una storia più ampia sullo sfondo: un fascino simile a quello esercitato dalla vista di un'isola lontana e inesplorata […] Andare sin là significa distruggere la magia, a meno che non si rivelino altri irraggiungibili panorami.” (2) e ancora “La storia deve essere raccontata, altrimenti non è una storia, tuttavia sono le storie non raccontate le più commoventi” (3). Lo stesso Tolkien si rende conto del fascino che le storie non raccontate suscitano nel lettore, ma dove sono tutte queste storie non raccontate? “The Lord of the Rings” , oltre ad essere in sé già un'epica, al suo interno presenta i miti dei vari popoli della Terra di Mezzo. È da questi piccoli squarci di passato, dai nomi evocatori, che deriva l' impressione della presenza di un passato (“The Lord” racconta solo l'ultimo anno di tre ere) ciò attrae e rende consapevoli di essere di fronte a un'opera dalle radici profonde. Nel “Silmarillion” affondano queste radici, quest'opera rappresenta un caso pressoché unico nel nostro secolo; in essa Tolkien, attraverso il mito, ricostruisce l'intera condizione dell'uomo partendo dalla creazione del mondo, , al contrario della maggior parte delle opere che solitamente leggiamo, è un testo ancora pagano e non è antropocentrico; l'uomo risulta essere solamente una figura secondaria, i protagonisti sono gli Elfi, e solamente quando questi se ne andranno il loro posto sarà sostituito dagli uomini. Tolkien finalmente può restituire ai “suoi” amati Elfi la loro dignità, perduta a causa dell'opera di Sheakespeare “Una notte di mezza estate”, dopo la quale, per l'opinione pubblica gli Elfi hanno assunto la forma di spiritelli e folletti. Gli Elfi di cui parla Tolkien sono intesi come lo erano nei tempi antichi, sono fisicamente simili agli uomini ma di una bellezza superiore, sono saggi, amanti dell'arte e immortali (muoiono solo per armi o di dolore e poi si reincarnano). La storia narrata nel “Silmarillion” è la storia di una quest , la ricerca di un tesoro che coinvolge tutti i popoli ma è anche la storia di una caduta, perché, come sostiene Tolkien la storia è un continuo susseguirsi di cadute. “Non ci sono temo, hobbit nel Silmarillion, né cose divertenti o terrene, ma soprattutto dolore e disastri” (4). Tutta questa storia è ambientata nella Terra di Mezzo, che altro non è che questa nostra stessa terra in una lontana epoca del vecchio continente. Il mondo tolkeniano benché immaginario, è terribilmente realista, nella Terra di Mezzo la magia è quasi assente o razionalmente spiegabile, è arte e tecnica non riti e incantesimi; la sensazione magica è data dal sapiente uso della linguistica, dall'incantamento quasi prodigioso della parola. Quella che usa Tolkien è una sorta di magia razionale e trovo davvero perspicace l'affermazione, letta in uno dei saggi menzionati, che diceva: “ La Parola è il vero Signore degli Anelli”. Nel “ Signore degli Anelli” uno degli Hobbit viene addirittura corretto da un Elfo quando usa il termine magia “Sono questi dei mantelli magici?”domandò Pipino guardandoli meravigliato. “Non so cosa tu intenda dire (…) In ogni cosa che facciamo, noi infondiamo le immagini di tutto quel che amiamo. Tuttavia essi sono abiti, e non corazze…” (5) La mancanza di una vera e propria magia è l'ennesimo elemento che evidenzia quanto la produzione letteraria di Tolkien sia differente dalle comuni opere fantasy, in esse la magia misteriosa è fondamentale e talvolta è addirittura il fulcro di tutta la storia. Come la presenza della magia e degli incantesimi vi sono alcuni aspetti che solitamente vengono travisati dalla cattiva informazione, infatti le parole che più frequentemente ricorrevano nei telegiornali in occasione della presentazione del film sul “ Signore degli Anelli” era che l'opera di Tolkien fosse un' “epica lotta tra il bene e il male” . “Nella mia storia non esiste il male assoluto, Non penso nemmeno che esista…Non penso comunque che una creatura razionale possa essere completamente malvagia . ” (6) Nelle opere di Tolkien il bene e il male si possono si distinguere ma non sono per nulla divisi, ciò è evidentissimo. Ogni personaggio ha dentro di sé il bene e il male, può scegliere tra i due, perché se nei miti il fato è predestinato, nelle opere di Tolkien questo deriva da una scelta. In “ The Lord” l'unico personaggio totalmente malvagio è Sauron, l'Oscuro Signore, ma egli non parla, è solo un'ombra non una persona concreta, sono invece moltissimi gli esempi di personaggi che erano inizialmente buoni e poi diventano malvagi e viceversa. Alcuni devono compiere la scelta tra bene e male, Gollum ha addirittura una doppia personalità, e infine Frodo, ‘ l'eroe buono' , proprio alla fine della sua impresa cede al male e apparentemente, fallisce. Dico ‘apparentemente' perché in realtà il suo fallimento si tramuta in vittoria per i suoi precedenti meriti (la pietà), e perché alla fine il male era tanto forte che chiunque si fosse trovato nella sua situazione avrebbe ceduto. “Il Signore degli Anelli” si sviluppa secondo due schemi; il tipico tema del ritorno del re e la quest al contrario. Il ritorno del re è la classica storia dell'erede al trono che dopo varie vicissitudini riesce a tornare nel suo regno riconquistando il suo ruolo portando pace, giustizia e prosperità, è l'eroe tradizionale. La quest è tipicamente la storia dell'eroe che parte con lo scopo di conquistare un tesoro, nel nostro caso è ribaltata, il protagonista possiede già il tesoro e il suo scopo è quello di distruggerlo. Frodo è un eroe inconsueto, egli accetta di affrontare un'impresa negativa sin dall'inizio, ciò avviene perché Tolkien comprende che ai nostri tempi c'è bisogno di un nuovo tipo di eroe, c'è bisogno dell'eroe comune e umile, senza straordinarie capacità. Per il ‘ nuovo eroe ' le scelte sono lotte interiori e la strada è quella della solitudine, per l'eroe tradizionale si tratta invece di scelte più che altro politiche e d'azione e la sua strada è quella del leader. Entrambi devono compiere il loro dovere, è forse una delle poche morali che Tolkien si permette di impartire; ognuno è chiamato a prendersi la propria responsabilità a combattere e a recitare la propria parte. “Eppure tale è il corso degli eventi che muove le ruote del mondo, che sono spesso le piccole mani ad agire per necessità, mentre gli occhi dei grandi sono rivolti altrove” (7). Il nuovo eroe agisce per necessità, per il senso del dovere e del sacrificio, che a compiere imprese così difficili sia una semplice persona pare assurdo ma è proprio questa assurdità la carta vincente. “ Lasciamo che la follia sia il nostro manto,un velo di fronte agli occhi del Nemico!” (8) Tolkien, in molti aspetti è simile a Manzoni, dà importanza al ruolo dei piccoli all'interno dei grandi avvenimenti, ma nel nostro caso i piccoli sono decisivi per i grandi avvenimenti. Come Manzoni anche Tolkien finge di aver ritrovato un manoscritto, ma che però non è anonimo, si parla di questo “libro rosso” all'interno del romanzo e il romanzo stesso è il “libro rosso” , i paesaggi sono simbolici con contrasti tra drammaticità e tranquillità, la descrizione è dettagliata e realistica, oggettiva, Tolkien scrive con la mentalità dello storico. Infine vi è il tema della provvidenza, ancor più che in Manzoni la “provvida sventura” è evidentissima in Tolkien quando, alla fine del romanzo, Gollum salta qua e là felice di aver riconquistato il suo tesoro, ma, sull'orlo del cratere scivola, compiendo involontariamente la missione. Sono numerosi gli elementi comuni ai due scrittori ciò avviene perché entrambi sono profondamente legati al Romanticismo, ma Manzoni è legato più all'ambiente romantico italiano, molto distante, quindi, da quello fortemente inglese di Tolkien. Nella Terra di Mezzo vi sono tutti gli elementi del romanticismo : il “principio di nazionalità e individualità” è ben presente nella diversificazione delle varie razze, ognuna con usi, costumi storia e lingua diversa, il “concetto di storia” ovvero il continuo sviluppo e decadenza si realizza pienamente, l'esaltazione del medioevo del sentimento e dell'individualità si concretizzano nelle sue opere velate dalla malinconia. Come i romantici Tolkien analizza i vari lati dell'animo umano, possiamo trovare senza difficoltà anche gli elementi caratterizzanti del “genere Gotico” , orridi paesaggi come Mordor, spaventose creature che sembrano venire da altre dimensioni, il male prodotto dalla scienza è ben rappresentato nel fatto che tutti i personaggi malvagi sono orientati verso la tecnologia e le invenzioni, gli ingranaggi e il metallo. (Tolkien mal soffriva il progresso e amava la natura) Come contrapposizione troviamo regni di pace e armonia, a volte paradisiaci, in cui sembra essersi formato un equilibrio perfetto tra la natura e coloro che vivono a contatto con essa, e ancora le passioni eroiche dai sentimenti intensi. “Il Signore degli Anelli ” è a livello stilistico un romanzo Ottocentesco, ma del Novecento per l'attualità dei temi che tratta, a cui è difficile restare indifferenti.
Note 1)_ La Realtà in trasparenza-Lettere/J.R.R.Tolkien 2)_ La Realtà in trasparenza-Lettere/J.R.R.Tolkien 3)_ La Realtà in trasparenza-Lettere/J.R.R.Tolkien 4)_ La Realtà in trasparenza-Lettere/J.R.R.Tolkien 5)_Il Signore degli Anelli/J.R.R..Tolkien 6)_ La Realtà in trasparenza-Lettere/J.R.R.Tolkien 7)_Il Signore degli Anelli/J.R.R.Tolkien 8)_Il Signore degli Anelli/J.R.R.Tolkien
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