Chi è J. R. R. Tolkien?
di Serena "Eledhwen" Contadin

ohn Ronald Reuel Tolkien nacque il 3 gennaio del 1892 a Bloemfontein in Sudafrica, fu il primo figlio di Mabel e del banchiere Arthur Tolkien, ambedue inglesi benestanti. Tre anni dopo la sua nascita, la madre, non riuscendo a sopportare il clima sudafricano, decise di tornare in Inghilterra, ma proprio nello stesso anno rimase vedova perché il marito, rimasto in Sudafrica, morì di peritonite.

Fra tutti coloro che parteciparono all'educazione di Tolkien è la madre che influenzò maggiormente il carattere e la formazione del figlio.

Tolkien iniziò a frequentare la scuola. Superò l'esame di ammissione e riuscì ad accedere alla King Edward VI School di Birmingham con una borsa di studio. L'approccio con la scuola mise in evidenza la sua indole dispersiva che in futuro lo porterà alla creazione del suo mondo immaginario.

Durante lo studio della lingua inglese o francese si è manifestata la sua propensione a elaborare ed inventare altre lingue; questo è quello che lui definirà il suo “vizio segreto” , una passione che coltiverà per tutta la vita; essa sarà indivisibile dal suo mondo e causa della creazione dello stesso. Lui stesso scriverà poi in una lettera : “…non riesco a ricordare un'epoca in cui non stessi scrivendo questo racconto. Molti bambini creano, o cominciano a creare linguaggi, linguaggi immaginari. Io ho cominciato a creare questo non appena ho incominciato a scrivere”.(1)

Tolkien rimase orfano all'età di soli dodici anni, la madre morì di diabete, ma prima che ciò accadesse ella aveva pensato al futuro dei figli i quali vennero affidati ad un prete cattolico di origine ispanica. Tolkien, nel suo isolamento, passava intere giornate sui libri in incantata lettura, in quei mondi a cui, l'ormai assente madre, l'aveva iniziato.

Si iscrisse all' Oxford Exter College dove scelse filologia ; qui la sua passione per le lingue divenne seria, stimolato dagli insegnanti creò nuovi idiomi ad imitazione di quelli che studiava, ovvero; le antiche lingue germaniche, quelle gallesi e celtiche , il finnico e il gotico.

Una svolta per la sua formazione culturale fu la scoperta, in quel periodo, del poema finnico “ Kelevala ”; leggendolo capì che la lingua e la tradizione mitica di una popolazione erano un tutto indivisibile. Comprendere ciò, per Tolkien, fu davvero fondamentale, egli stesso molti anni dopo scrisse in una lettera: “Le storie furono create per fornire un mondo al linguaggio e non il contrario…Per me prima viene il nome e poi la storia”.(2) Supportate da questa convinzione nascono le lingue elfiche che svilupperà con tale precisione da raggiungere la stessa complessità che può avere una lingua vera e propria.

“ ‘Per Tolkien la filologia è ciò che è l'anatomia per uno scultore' disse un critico francese ”(3) questa citazione di Emilia Lodigiani non può che trovare conferma nelle parole dello stesso Tolkien: “L 'ho sempre avuto dentro: la sensibilità per la linguistica che per me, dal punto di vista emotivo, è come i colori o la musica..”(4)

Tolkien , appena conseguì il diploma dovette lasciare gli studi per arruolarsi nell'esercito. Ma prima di partire per le Fiandre come sottotenente, sposò Edith, una ragazza di tre anni più grande. Erano gli anni della Prima Guerra Mondiale, durante una licenza per convalescenza, Tolkien iniziò quella che per lui sarà l'opera basilare, “Il Silmarillion” ; che continuerà a perfezionare lungo tutto l'arco della sua vita ma che rimarrà tuttavia incompiuta, in essa riverserà il suo desiderio di creare una vera mitologia per la sua amata terra.

Quando la guerra terminò, Tolkien tornò al suo amato College ad Oxford, non più come allievo ma come filologo, per collaborare al famoso “Oxford New English Dictionary”. Ma è a Leeds che il giovane Tolkien iniziò la sua carriera di professore; presto gli vennero offerte, inizialmente la cattedra di Anglosassone e poi quella di Lingua Inglese e Letteratura all' Oxford Exter College , dove la sua attività di insegnamento si protrarrà fino al pensionamento. Tolkien era una persona molto colta, poteva parlare correntemente in celtico, gallese, islandese, anglosassone, finnico e persino in elfico .

I suoi studi filologici gli valsero numerosi titoli onorifici. (“Honorary Doctor of Literature” alle università di Dublino, Liegi, Edimburgo, Nottingham; “Honorary Fellow dell'Exter College di Oxford” e “Yellow of The Royal Society of Literature” F.R.L.S.)

D'ora in poi il famoso filologo avrà una vita tranquilla, dominata dalla solita routine quotidiana tra il lavoro e la famiglia. Tolkien ebbe tre figli, ma il minore, Cristopher, sarà colui che più di tutti si appassionerà alle storie del padre e che riordinerà e pubblicherà postumi molti scritti.

Risale all'epoca della scuola di Birmingam il primo gruppo di amici a cui Tolkien si lega; ad unirli fu il comune interesse per i classici latini e il fatto che tutti loro erano appassionati a “Kelevala”, “Beowulf ” , “Sir Gawain” . Erano solo dei ragazzi ma insieme realizzarono le prime composizioni poetiche e si scambiarono i primi reciproci consigli. Durante la guerra però due degli “ Immortali Quattro” morirono e il gruppo si divise. Per Tolkien il ricordo degli “ Immortali” rimase vivo a lungo, tant'è che cercò di ricreare un gruppo simile all'interno del College di Oxford; nacquero così gli “Inklings” , che per un gioco di parole significa pressappoco “Gli Scarabocchiatori”. (5)

Egli riusciva a confrontarsi solo con questo gruppo ristretto di persone colte, con le quali condivideva le stesse attitudini e stessi interessi; erano borghesi, ma contro alla loro stessa classe sociale così materialista e progressista. La borghesia inglese era la protagonista dell'industrializzazione e del capitalismo, che in Inghilterra si erano sviluppati prima che in ogni altro stato; questi intellettuali non credevano nella scienza e nella politica come forze in grado di cambiare il mondo, si vedevano esclusi dalla loro stessa civiltà come quest'ultima aveva escluso l'immaginazione dal proprio sistema organizzativo e cercavano rifugio in altri tempi spinti dalla solitudine interiore provocata dall'isolamento dalla società a cui li portava il loro stesso ideale.

I loro incontri si tennero ogni giovedì sera per più di vent'anni; al “Magdalen College” o in qualche pub nei dintorni. Molti partecipavano a questi incontri serali degli “Inklings” , ma tra tutti, gli “scarabocchiatori” fondamentali erano Tolkien, Lewis e l'amico Williams.

Gli “Inklings” , talvolta davanti a un boccale di buona birra, dopo aver a lungo chiacchierato leggevano i manoscritti dell'opera che stavano scrivendo, è così, che sin dal 1936 essi ascoltarono Tolkien leggere il suo “ Signore degli Anelli” e ne seguirono tutta la lunga crescita. “…solo con gli incoraggiamenti potevano influenzarlo egli ha soltanto due reazioni alle critiche, o ricomincia tutto da capo , o non le prende neanche in considerazione.”(6)

Al contrario di quanto si possa pensare, tra gli “Inklings” le influenze letterarie erano quasi assenti, si trattava di avere in comune delle idee, sia sulla letteratura medioevale che sulla religione, ciò avvenne soprattutto tra Tolkien e Lewis. Essi hanno tra l'altro una singolare visione del Vangelo , vedevano in esso “il mito realizzato” , come mito realizzato intendevano la fusione della “story” con l' “history”,( 7) con la prima si intende la storia , con la seconda l'insieme di fiaba e storia e inoltre in esso vi è l'arte del creare e ciò che è creato, ovvero la realtà. Questi quattro elementi; la realtà, la storia,la fiaba e la creazione erano per loro i pilastri fondamentali di un vero mito.

“Detesto cordialmente l'allegoria in tutte le sue manifestazioni” scrive Tolkien “ e l' ho sempre detestata da quando sono diventato sufficientemente adulto da individuarne la presenza. Preferisco molto di più la storia, vera o immaginaria, con la sua svariata applicabilità al pensiero e all'esperienza dei lettori. Penso che molti confondano ‘applicabilità' con ‘allegoria', ma una consiste nella libertà del lettore, l'altra nel voluto dominio dell'autore”. (8) Tolkien, tentò in tutto e per tutto di essere coerente con questa sua affermazione, cercò di inventare una storia, varia come quella reale, dominata da concatenarsi tra Caso, Scelta e Destino , campo aperto alla libera interpretazione ma la presenza di allegorie nonostante tutto consistente, Tolkien stesso se ne rende conto: “…penso sia impossibile scrivere una storia che non sia allegorica, riguardo al modo in cui ‘viene alla luce'; dato che ognuno di noi è un'allegoria…”.(9)

Sono molto significative queste parole, e si prestano a una duplice interpretazione: la prima è che ogni storia quando “ viene alla luce” è talmente legata al suo creatore da avere in essa parte degli ideali profondi dello stesso; la seconda è forse più vicina a quello che Tolkien vuole dirci, il “venire alla luce” è probabilmente inteso come “subcreazione ”, ovvero, secondo lui, che ogni creazione artistica non può che essere ad imitazione della creazione primordiale. Nondimeno la seconda interpretazione, soprattutto nel suo caso, è strettamente concatenata alla prima a causa della visione cristiana egli ha della creazione.

Ma l'origine del suo successo risale a una sera di molti anni prima…mentre correggeva i compiti d'esame per arrotondare lo stipendio, in un momento di tristezza , aveva scritto su un foglio lasciato in bianco da uno studente: “In un buco nella terra vive uno Hobbit''. “I nomi facevano spesso scaturire dalla mia mente una storia. Alla fine pensai che fosse meglio scoprire a che cosa somigliassero gli Hobbit e questo non fu che l'inizio…” (10 ) è così che Tolkien diventò per tutti il padre degli Hobbit ( gli hobbit sono creature simili agli uomini ma sono alti all'incirca in metro e venti, con i piedi grandi e pelosi e un carattere semplice e allegro) ; tuttavia in ambiente universitario, pensavano che per uno dei massimi studiosi di letteratura medioevale e filologia, quello che coltivava, fosse davvero un curioso “pallino”.

Fu grazie ad una sua allieva, che gli consigliò di proporlo come libro per bambini alla “Allen e Unwin” , che “The Hobbit” fu pubblicato nel 1937 con notevole successo, tanto, che la Casa Editrice chiese a Tolkien un seguito.

Tolkien cominciò subito a scrivere il seguito di quella favola, ma il carattere distratto che aveva dato vita al suo “vizio segreto” di inventare nuove lingue non l'aveva abbandonato.

In origine era una favola per bambini, ma il lungo e febbrile lavoro lo portò a deviare dal percorso che doveva seguire. Egli si sentiva infatti come cronista di una storia già esistente, legato al suo prepotente desiderio di una mitologia per la sua amata terra e al “Silmarillion”, non seppe resistere alla tentazione di scrivere proprio ciò che avrebbe desiderato leggere.

Tredici anni di continuo lavoro, di meticolosa attenzione per ogni particolare, per plasmare un mondo in cui la luna segue con precisione le sue fasi e tutto è calcolato con estrema coerenza. Lungo tutte le 1300 pagine ogni parola è stata oculatamente soppesata e ognuna di queste da vita a un capolavoro dalle radici molto profonde. “…L' ho scritto con il mio sangue, così com'è; e non posso fare diversamente. Temo che debba essere accettato o no per quello che è. Sarebbe falso pretendere che non desidero enormemente che venga pubblicato, dato che l'arte solitaria non è arte…”.(11)

Tolkien fu costretto ad acconsentire che fosse pubblicato in tre volumi diversi , i primi due libri di “The Lord of the Rings” uscirono in Inghilterra e in America nel '54, il terzo volume l'anno successivo.

Furono due le correnti in cui i critici si divisero critici, come disse W.H.Auden: “Nessuno sembra avere una posizione moderata; o, come me, lo trovano un capolavoro nel suo genere, o non lo possono soffrire”. (12) Il “London Sunday Times” al tempo della pubblicazione scrisse che da allora in poi il mondo si sarebbe diviso in due parti di lettori, quelli che hanno letto “Il Signore degli Anelli” e quelli che stanno per leggerlo. (13)

Nel 1965 “The Lord of the Rings” fu pubblicato negli Stati Uniti in edizione e economica, la situazione mutò considerevolmente, la fama del libro aumentò e presto divenne un “ libro- culto”.

E' tra gli studenti che protestavano contro la guerra del Vietnem, contro la società del benessere e dei monopoli commerciali, contro la falsa libertà e lo sfruttamento; tra gli hippies che cercavano modi di vita alternativi (consigliavano la lettura assuefatti dall'uso di droghe), che il mondo di Tolkien con i suoi Hobbit, venne visto come un modello di vita semplice a contatto con la natura, e utilizzato quindi come simbolo di contestazione della società moderna.

Avvenimenti simili diedero vita a numerose interpretazioni sbagliate dell'opera a inutili e fuorvianti classificazioni politiche, che soprattutto in Italia persistono ancora oggi.

Per Tolkien si avvicinò il momento di andare in pensione, alcuni dei suoi amici più cari morirono, ed egli sentì che il declinare della sua esistenza si stava avvicinando; preferì isolarsi e passare il suo tempo a scrivere immerso nella laboriosa creazione della Terra di Mezzo .

Frattanto la sua fama divenne mondiale e il fanatismo cominciò a dilagare.

Il successo cambiò in parte la vita di Tolkien, infatti molti visitatori arrivavano da ogni parte del mondo: lettori, critici curiosi e gente che cercava di sfruttare la sua fama. Egli si trasferì allora a Bournemouth, anche per realizzare il desiderio della moglie, e lì rimase fino alla morte di lei, avvenuta nel novembre del '71.

Nulla fece prevedere la sua morte che avvenne il 2 settembre del 1973 a Bournemouth. Fu seppellito nel cimitero vicino ad Oxford, insieme alla moglie.

Edith Mary Tolkien ‘'Luthien''
John Ronald Reuel Tolkien ‘'Beren''

Sono le incisioni che si possono leggere sulle loro tombe, “Luthien la bella” è l'incantevole elfa immortale di cui Beren , mortale eroe, è perdutamente innamorato, sono i protagonisti di una delle più belle commuoventi storie del “ Silmarillion”.

 

Note

1)_La realtà in trasparenza- lettere/J.R.R.Tolkien

2)_La realtà in trasparenza-lettere/J.R.R.Tolkien

3)_Invito alla lettura di Tolkien/Emilia Lodigiani

4)_La realtà in trasparenza- lettere/J.R.R.Tolkien

5)_Invito alla lettura di Tolkien/Emilia Lodigiani

6)_Invito alla lettura di Tolkien/Emilia Lodigiani

7)_Invito alla lettura di Tolkien /Emilia Lodigiani

8)_La realtà in trasparenza- lettere/J.R.R.Tolkien

9)_La realtà in trasparenza- lettere/J.R.R.Tolkien

10)_La realtà in trasparenza- lettere/J.R.R.Tolkien

11)_La realtà in trasparenza- lettere/J.R.R.Tolkien

12)_Invito alla lettura di Tolkien/Emilia Lodigiani

13)_Mister Fantasy/Luca Crovi, Stefano Priarone


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