Storia politico militare della Terra di Mezzo La Prima Era: guerre, armi e battaglie di Giordano "Naerfindel" Gelmi |
ell'anno 1 della I Era i Noldor di Feanor sono appena tornati nella Terra di Mezzo. Le sentinelle di Morgoth sono all'erta e vedono il fuoco delle navi che bruciano nel Fiordo di Drengist (S 127); questo particolare ci fa capire che i nemici erano ormai un po' ovunque nel Beleriand Occidentale, in seguito all'esito della prima battaglia. Morgoth sperava ora di ricacciare subito in mare Feanor e i suoi ma non aveva ancora assaggiato il ferro delle spade dei Noldor. Fëanor risale indisturbato il fiordo di Drengist e conduce le sue genti nello Hithlum e poi nel Mithrim, sulla riva settentrionale dell'omonimo lago; per il momento i nemici non si fanno vedere. I Noldor non hanno però il tempo di preparare il campo e accamparsi per la notte, che comincia l'attacco da parte degli Orchi (S 127). Gli Orchi scendono nel Mithrim attraverso i passi del versante orientali degli Ered Wethrin. Il campo dei Noldor non è ancora pronto alla difesa, e così l'esercito di Morgoth coglie di sorpresa Fëanor ed i suoi figli. Comincia così la seconda battaglia del Beleriand, la Dagor-nuin-Giliath. I Noldor, oltre ad essere stati colti alla sprovvista, sono anche inferiori di numero (S 128). Gli Elfi, nei cui occhi non si è ancora appannata la luce di Aman e dei due Alberi, riescono tuttavia ad avere la meglio su un numero molto maggiore di Orchi. I Noldor sono, come dice il Silmarillion, forti e svelti, e mortiferi nell'ira (S 128); si tratta di un aspetto peculiare del loro carattere, che in questo caso ha una valenza positiva. Gli Eldar compiono una carneficina tra i nemici, ai quali non resta che ripiegare riattraversando i monti, usando probabilmente gli stessi passi usati all'andata, tra i quali ci doveva essere anche il passo di Eithel Sirion (S 129), e tornare verso la piana di Ard-galen. I Noldor si lanciano all'inseguimento e giungono fino alla grande piana, ove non trovano nessun altra armata, dato che il grosso dell'esercito di Morgoth, durante la prima battaglia, si era spinto a sud per assediare Cirdan nei Porti di Brithombar ed Eglarest (S 113 e 128). L'armata sud di Morgoth giunge dunque in soccorso della schiera in fuga, ma viene anch'essa travolta nel disastro. Celegorm infatti, avuto sentore della loro venuta, con una parte della schiera dei Noldor tende un agguato ai nemici calando improvvisamente da Eithel Sirion e sospinge i nemici fino alla palude di Serech (S 128). Probabilmente in quel momento Feanor col grosso delle sue armate elfiche si trovava già sulla piana e i nemici, risalendo il corso del Sirion ritenevano di poterlo prendere alle spalle, ma vengono intercettati dalla retroguardia di Celegorm. Questo particolare mostrerebbe quindi anche un certo acume tattico da parte dei Noldor fin dalle loro prime azioni belliche. La Battaglia sotto le Stelle dura dieci giorni, ma alla fine, del grande esercito che Morgoth aveva allestito per la conquista del Beleriand ai tempi della prima battaglia, resta solo un pugno di superstiti (S 128). Fëanor però, non pago della sua vittoria, si lancia all'inseguimento dei suoi nemici, mosso dall'ira e dalle sue indomabili passioni. Egli è convinto di poter giungere fino ad Angband e compiere la sua vendetta su Morgoth (S 128). Il figlio di Finwe però, spingendosi troppo avanti, finisce col trovarsi assieme ad alcuni compagni fidati ben oltre l'avanguardia, proprio dove Morgoth aveva preparato in gran fretta delle formidabili difese (S 128). Appena i nemici se ne accorgono fanno fronte, e ricevono aiuto dai Balrog. Feanor è circondato presso Dor Daedeloth, e finisce per trovarsi accerchiato a lottare contro le fiamme dei Balrog, finché è Gothmog stesso ad affrontarlo e ad atterrarlo. Accorrono però i figli di Feanor e i Balrog lo lasciano (S 128-129). A questo punto la prima fase della seconda battaglia è finita. I Noldor si ritirano verso l'Ered Wethrin e Feanor, mortalmente ferito, spira sulla via che conduce al passo di Eithel Sirion (S 129). I sette figli di Feanor riconducono gli Elfi nel Mithrim, presso l'omonimo lago dove era stato predisposto l'accampamento, frapponendo così gli Ered Wethrin tra loro stessi e il nemico, che ancora controlla la piana di Ard-galen. La notizia dell'arrivo dei Noldor e della sconfitta delle armate di Morgoth preposte alla conquista del Beleriand arrivano presto in Menegroth e ai Porti, grazie alle informazioni che alcuni Elfi Grigi riportano, avendo incontrato i Noldor nel Mithrim. A quel punto al sud la speranza rinasce, dato che i Sindar e i Falathrim credono che i Noldor siano stati inviati dai Valar per affrancarli proprio nel momento del maggior bisogno (S 129). Per il Beleriand sembra esserci la concreta possibilità di scuotersi dal giogo che Morgoth gli aveva imposto dopo la prima battaglia. Ed è ciò che accadrà. Poco dopo la morte di Feanor giunge nello Hithlum un'ambasciata di Morgoth per una trattativa di pace. Pur subodorando la trappola e cercando di prevenirla, Maedhros cade in un'imboscata tesa schierando anche dei Balrog; i suoi compagni sono sterminati, e lui viene catturato (S 129-130). Dove sia avvenuta l'imboscata non è dato sapere, ma ritengo che ciò sia avvenuto al di là dell'Ered Wethrin o su Ard-galen. Maedhros viene incatenato su una roccia a Thangorodrin. Secondo il Silmarillion, dopo questo fatto gli altri figli di Feanor costruiscono un campo fortificato nello Hithlum (S 130); ma dove era situato precisamente? Presso il lago Mithrim dove si erano inizialemente insediati i Noldor? In questo caso sarebbe strano che essi avessero abbandonato il frutto delle loro fatiche nel momento in cui, su quelle stesse sponde, si insediano Fingolfin e i suoi. Almeno che questo campo fortificato altro non sia se non la fortezza di Eithel Sirion, la quale però non è propriamente all'interno dello Hithlum, ma guarda verso Ard-Galen. Sorge la Luna. Arriva nella Terra di Mezzo la schiera di Fingolfin. Quando egli entra nel Mithrim sorge infine il Sole e inizia la I Era della Terra di Mezzo. Le schiere di Morgoth sono sgomente di fronte a questa nuova luce e spaventate si ritirano in Angband; gli Elfi di Fingolfin sono inoltre più numerosi di quelli della schiera di Feanor. Fingolfin insegue i nemici fino alle porte di Angband, senza incontrare resistenza nei luoghi forti del Dor Daedeloth (S 130). Egli seguì probabilmente lo stesso itinerario della schiera di Feanor, ed è strano che non abbia incontrato gli altri Noldor se non al suo ritorno da Angband (S 131). Fingolfin si rende conto però che le sue genti, stremate e decimate dalla marcia attraverso lo Helcaraxe, non hanno la forza sufficiente per sostenere un assalto ad Angband. Egli ritorna al di là degli Ered Wethrin, che sono una protezione naturale dietro i quali gli Elfi possono riposarsi e crescere in forza (S 131); come precisato altrove, le genti di Fingolfin erano infatti le più resistenti, valenti e temute (S 147). Sulle sponde del lago Mithrim Fingolfin e i suoi si incontrano con la schiera di Feanor; il campo dei Feanoriani, a causa dei dissidi tra i due gruppi in seguito a Losgar, viene spostato a sud. La seconda battaglia può dirsi conclusa, e grazie a Feanor e a Fingolfin il Beleriand può respirare, essendo i nemici stati ricacciati, con due rapide incursioni, all'interno di Angband. Per il momento però, a causa della maledizione di Mandos che grava su di loro, i Noldor non riescono a concludere nulla (S 131). Questo è un fatto di cui Morgoth è consapevole, infatti egli cercherà di sfruttare, quando ve n'è l'occasione, i contrasti tra i suoi nemici. In questa battaglia le virtù guerriere dei Noldor emergono in modo significativo. Pur colti di sorpresa riescono a mettere in fuga i loro nemici, che sono anche superiori di numero. Morgoth non può fare altro che assistere alla distruzione delle armate che aveva preparato per la conquista del Beleriand; i nuovi venuti sono infatti bene armati e riescono a tener testa ai nemici senza grosse difficoltà. Con la Dagor-nuin-Giliath si chiude quella fase della guerra tra Melkor e gli Elfi che era iniziata con la prima battaglia e l'invasione del Beleriand; dovranno passare quasi cinque secoli prima che Morgoth riesca a mettere di nuovo le mani sul Beleriand. Decisivo in questa battaglia è il lato passionale dei Noldor: gli Elfi si difendono con ardore: nei loro occhi vi è, ancora vivida, la luce di Aman. I Noldor, a differenza dei Sindar, pur non essendo neanche loro guerrieri di natura, sono divenuti forti grazie al loro contatto con i Valar: l'impeto bellico, l'ira, la passione sono vivi in loro. Ecco perché le prodezze degli Elfi della I Era sono ineguagliabili e perché vi è, nel Silmarillion, l'accenno alla luce di Aman. Ma è giusto sottolineare che vi è un'altra luce che contribuisce al successo della schiera di Fingolfin: quella della Luna e, soprattutto, quella del Sole, davanti al quale i nemici fuggono terrorizzati. Significativo ciò che si dice riguardo a Maedhros, dopo che è stato liberato da Fingon: la sua forza era quella del mondo antico (S 133). Dell'impresa di Fingon è da sottolineare anche il fatto che il figlio di Fingolfin riesce ad arrivare, senza eccessiva difficoltà, fino alle fortezze dei nemici, sui picchi di Thangorodrim (S 132): il regno di Morgoth non era inviolabile.
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