Storia politico militare della Terra di Mezzo
La Prima Era: guerre, armi e battaglie
di Giordano "Naerfindel" Gelmi

opo la terza battaglia vi è un momento in cui si ridefiniscono, almeno in parte, i rapporti tra Thingol, sovrano dei Sindar, e i Noldor. Fin dai tempi dell'editto dell'anno 7, con cui Elwe cedeva ai Noldor parte delle sue terre, i rapporti tra le diverse stirpi degli Eldar erano stati in alcune occasioni molto tesi, in altre più rilassati. Si è ricordato come Thingol avesse mantenuto rapporti cordiali con i figli di Finarfin, in particolare modo con Finrod e Galadriel, nonché con Fingolfin e i suoi figli. Thingol, sollecitato anche da Melian che aveva interrogato Galadriel, si chiedeva quale fosse il reale motivo che aveva spinto i Noldor a lasciare Aman (S 155-156), e Melian aveva predetto che tentare di recuperare le tre gemme avrebbe provocato continue guerre e la devastazione del mondo (S 155).

Significativo registrare che Thingol affermasse che si poteva contare a pieno sui Noldor come alleanti contro Morgoth, i più implacabili avversari del nemico, ma che allo stesso tempo essi non fossero certo arrivati nel Beleriand per aiutare i Sindar (S 156). In questo frangente Thingol può sembrare opportunista, ma io credo invece che si tratti di semplice realismo dovuto alla coscienza che gli Eldar non avrebbero mai sconfitto da soli il loro nemico e che si sarebbe potuto contare sull'aiuto dei Valar solo nel momento dell'estremo bisogno (S 156); fino a quel momento bisognava cercare di resistere. Thingol e Melian erano inoltre ben consci che i Noldor erano divisi anche al loro interno, in quanto tra le diverse stirpi regnava un rancore a stento sopito (S 156). Credo che in queste considerazioni di Elwe sia racchiusa tutta la politica del Doriath negli anni e nei secoli a venire: supporto e aiuto ai Noldor, se necessario, ma nessun intervento diretto. Queste linee guida cambieranno quando, con la riconquista del Silmaril di Beren, anche il Doriath si troverà invischiato nella sorte di Mandos e quando, dopo la Nirnaeth, i Sindar si troveranno sulla linea del fronte, seppur protetti dalla cintura di Melian.

Il momento di maggior tensione si ha però nel 63. In quell'anno Thingol viene a conoscenza del massacro di Alqualonde, ed emana il celebre editto con il quale bandisce l'uso del Quenya dal Doriath e obbliga i Sindar a servirsi del Sindarin nei loro rapporti coi Noldor (S 158). Oltre ad essere una decisione importante sul piano culturale, in quanto fa sì che il Quenya diventi lingua sapienziale e ceda il passo all'uso del Sindarin, l'editto di Thingol ha anche delle implicazioni politiche. Viene ribadita la supremazia del Doriath sugli altri regni degli Eldar che infatti sono costretti a conformarsi al comando di Thingol, pena perdere i contatti con i Sindar. Nel complesso quadro dei rapporti tra signori dei Noldor e il re dei Sindar, è quest'ultimo ad uscirne rafforzato in quanto ottiene un ulteriore riconoscimento della propria autorità sulle terre del Beleriand. Dal canto loro, tanto i figli di Finarfin, quanto Fingolfin e i suoi figli, rimangono in rapporti cordiali con Thingol e i Sindar, pur scontando l'amarezza per gli atti commessi e il conseguente editto. Ad ostacolare un'alleanza più profonda tra Noldor e Sindar saranno invece alcune delle azioni dei figli di Feanor che faranno sì che nel momento del bisogno, ai tempi dell'Unione di Maedhros, l'Alto Re Fingon si trovi privato di un apporto che avrebbe potuto rivelarsi decisivo.

Dopo la Dagor Aglareb, i Noldor, favoriti dalla lunga pace, hanno finalmente il tempo di dedicarsi alla realizzazione di grandi opere nei loro regni. I Noldor infatti, a differenza dei Sindar, costruiscono dimore e torri di pietra (S 141).

Per quanto riguarda il regno di Fingolfin e Fingon l'opera più imponente sembra essere stata la fortezza di Eithel Sirion (S 143), nei pressi dell'omonimo passo, un luogo strategico che dominava la sottostante piana di Ard-galen e che poteva all'occorrenza ricevere aiuto dal Mithrim attraverso il passo. Si tratta del valico percorso dalle schiere di Feanor e di Fingolfin già durante la Dagor-nuin-Giliath; l'idea di una fortificazione in quel luogo potrebbe essere sorta proprio allora. La maggior parte del popolo di Fingolfin viveva sulle sponde del lago Mithrim (S 143), ma niente fa supporre che ci fossero altri luoghi fortificati e monumentali come Eithel Sirion nel Mithrim o nello Hithlum. Ciò può essere giustificato dal fatto che il pericolo maggior era ad est, verso la piana, e che gli Ered Wethrin costituivano un'efficace barriera per gli Elfi dello Hithlum, Noldor e gruppi di Sindar, e più tardi per gli Uomini della casa di Hador.

A sud di Ard-galen, Aegnor e Angrod dimoravano nei territori del Dorthonion; essi avevano poche genti perché difendevano un baluardo che il nemico difficilmente avrebbe potuto varcare (S 145). Gli attacchi degli Orchi infatti solitamente erano diretti in direzione del Passo Sirion o del varco di Maglor, essendo quelle le due porte per penetrare nel Beleriand.

Il Passo di Sirion era difeso dalla torre di guardia di Minas Tirith, edificata da Finrod su Tol Sirion (S 145). Quando Finrod si trasferì nella sua nuova dimora, a Minas Tirith si insediò suo fratello Orodreth. Considerando la conformazione della valle e i racconti inerenti ad essa, basti pensare a Beren e Luthien, se ne evince che la torre di Minas Tirith doveva essere un punto difficilmente superabile per chi cercava di forzare il passo da nord.

Il più vasto dei regni elfici, e probabilmente anche il più popoloso, era quello di Finrod (S 147). Nargothrond, oltre ad essere ben celato alla vista e protetto dai monti del Taur-en-Faroth e dal Narog, esercitava un controllo costante sulla Taleth Dirnen. Da ricordare l'alleanza stretta tra Finrod e Cirdan dei Porti. In quel tempo i Porti, grazie all'opera dei Noldor, vennero muniti di mura e moli in pietra, e Finrod stesso curò la costruzione della torre di Barad Nimras (S 146).

Un'annotazione riguardo i Noldor di Turgon: essi furono molto attivi fin dai primi anni di insediamento nel Nevrast, nel quale lasciano molte tracce del loro passaggio: le scale nelle scogliere e i moli, usati probabilmente per tenersi in contatto con gli Elfi delle Falas (RI 44), e la città di Vinyamar che viene indicata come la più antica dimora in pietra dei Noldor (RI 46).

Per quanto riguarda invece le genti di Turgon dopo la partenza da Nevrast, va registrato che a Gondolin vi era un terzo dei Noldor di Fingolfin e una schiera maggiore di Sindar (S 153). Le genti della città celata dovevano essere dunque numerose, e prosperavano per via del loro isolamento. Sul ruolo di Gondolin e sulla sua politica ci sarà tempo di tornare più avanti.

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