Storia politico militare della Terra di Mezzo
La Prima Era: guerre, armi e battaglie
di Giordano G. "Naerfindel"

aduto Nargothrond ed essendo Gondolin ancora celato, l'ultimo baluardo del Beleriand è costituito dal Doriath. E nonostante i Sindar da secoli non avessero condotto un'offensiva massiccia contro Angband, Morgoth temeva e insieme odiava Thingol e Melian (S 285). Fedele ad una scelta maturata in tempi lontani, Thingol si limita a garantire la difesa del proprio regno, finché essa possa durare; in questo bisogna anche leggere la preveggenza di Melian, la quale doveva ben sapere che Morgoth non sarebbe rimasto confinato per sempre. Per secoli c'erano stati i Noldor a sostenere il peso di uno scontro che sulla carta si dimostrava impari. Ora non più, e il Doriath si trova di nuovo alla mercé delle truppe di Morgoth, anche se difeso dalla Cintura di Incantesimi. Forse proprio perché conscio della sicurezza e inviolabilità del suo regno Elwe non prevede né intende inviare nessuna schiera di Sindar al di fuori dei confini, soprattutto dopo il disastro della Nirnaeth che aveva dimostrato come in un eventuale scontro in campo aperto Morgoth fosse decisamente favorito (RI 114).

Dopo la quinta battaglia i Sindar si erano però trovati con i nemici sulla porta di casa, anche se grazie all'aiuto del Brethil e al fatto che Nargothrond vigilava ad ovest, il Doriath non era mai stato completamente accerchiato. Ma una volta caduti Nargothrond e il Brethil ormai l'accerchiamento del regno di Thingol, rimasto l'ultimo regno libero del Beleriand, è cosa fatta. Thingol e Melian si erano dunque ritrovati nella medesima situazione in cui versava il Doriath poco prima dell'avvento dei Noldor nella Terra di Mezzo; ed è naturale e comprensibile che la loro scelta fosse la stessa maturata allora: resistere.

Morgoth fa capitolare anche Thingol e Melian, ma vi riesce tuttavia in modo indiretto e in parte anche per frutto del caso. Dopo aver liberato Hurin, questi aveva recuperato in Nargothrond la Nauglamir e l'aveva portata nel Doriath. Il monile, finito nelle mani di Thingol, unito al potere e alla maledizione che gravava sul Silmaril, aveva acceso la brama di Re Elwe. Questi aveva affidato ai Nani di Nogrod il compito di incastonare il Silmaril nella collana, ma anch'essi ne erano stati stregati. Il desiderio di possesso del Silmaril ha come ultimo atto lo scontro tra Thingol e i Nani i quali, dopo un acceso diverbio, uccidono il re. Corre l'anno 502 e la maledizione di Mandos si abbatte implacabile sul Doriath. Melian, disperata per la perdita di Thingol, e conscia che il suo tempo nella Terra di Mezzo è finito, abbandona il reame, affidandolo a Mablung. Con la dipartita della Maia svanisce però anche il potere della Cintura di Incantesimi (S 294), e il Doriath si trova così esposto agli attacchi dei nemici.

Ma è destino che non siano gli Orchi ad approfittare di questa situazione e della scomparsa di Thingol e Melian, come era probabilmente nei piani di Morgoth. I Nani di Nogrod, dopo il delitto, fanno razzia dei tesori del Re e fuggono. I Sindar li inseguono e li sterminano, ma alcuni Naugrim tornano in Nogrod a riferire l'accaduto. In quegli anni era ancora aperta la via che portava dall'Ered Lindon al Beleriand e Doriath (S 291), e gli scambi tra Eldar e Naugrim erano ripresi. I Nani percorrevano la via in schiere e ben corazzati, per difendersi dagli attacchi nelle terre tra l'Aros e il Gelion (S 292); ed è per quella via che Nogrod decide di inviare le proprie truppe per vendicare l'uccisione dei suoi e assalire il Doriath. I Nani di Nogrod, biasimati da quelli di Belegost che rifiutano di unirsi alla folle impresa (S 293), piombano inaspettatamente nel Regno della Cintura. I Sindar, che probabilmente non sono ancora abituati all'idea che la Cintura sia sparita, o semplicemente perché non tutti sono al corrente dell'accaduto, sono presi alla sprovvista. Non si spiega altrimenti il fatto che i Nani, giunti in gran numero e feroci, portino con tanta facilità il loro attacco al cuore del Doriath. Si compie così il sacco di Menegroth (S 294-295), durante il quale cade Mablung, che Melian aveva nominato reggente prima di scomparire.

La notizia della caduta del Doriath arriva però a Beren e Luthien, dimoranti a Tol Galen. Beren e il figlio Dior decidono pertanto di andare alla guerra, e con loro partono molti Elfi Verdi, che per la prima volta dopo la morte del loro re Denethor tornano a dare battaglia. La schiera di Beren attende i Nani al guado di Sarn Athrad, e i Naugrim vengono abbattuti dalle frecce dagli Elfi Verdi nascosti tra le selve. I Nani che riescono a fuggire all'imboscata sono intercettati e uccisi niente meno che dagli Ent (S 295), i quali fanno per la prima volta la loro apparizione nella storia. Beren recupera così il Silmaril e vendica la morte di Thingol.

Questo scontro, seguito al sacco di Menegroth, è destinato a lasciare tracce profonde nelle ere a seguire. Risale infatti a quest'epoca la diffidenza, per non dire l'antipatia, che si instaura tra i Sindar, e gli Elfi in genere, ed i Nani. Soprattutto per i Sindar e quanti erano vissuti nel Doriath la ferita apertasi con questo episodio rimarrà aperta per lunghissimo tempo, come dimostra l'atteggiamento di Celeborn nei confronti del popolo di Durin. Ed è un vero peccato, basti pensare all'antica collaborazione, fruttuosa per entrambe le stirpi, che si era instaurata in ere antichissime proprio tra i Sindar e i Nani di Belegost.

Il Doriath è però destinato a conoscere una seconda caduta, ancora più amara della prima. Rinato attorno a Dior, figlio di Beren e Luthien ed erede di Thingol, il Doriath si attira le ire dei figli di Feanor. Dior infatti aveva ereditato il Silmaril alla morte dei genitori, nel 504. Ciò aveva fatto sì che il suo regno ritornasse agli antichi splendori, ma aveva anche ridestato il nefasto giuramento dei sette. A Dior giungono così richieste di restituzione del Silmaril, che il re dei Sindar non vuole nemmeno prendere in considerazione. Ciò crea le premesse per la seconda lotta fratricida tra Elfi, dopo quella di Alqualonde.

Celegorm guida i fratelli all'assalto del Doriath, che avviene nell'inverno del 506 (S 297). I Feanoriani riescono ad arrivare fino a Menegroth, e lì avviene la strage tra Noldor e Sindar. Ancora una volta gli assalitori del Doriath riescono ad arrivare a Menegroth quasi senza incontrare resistenza. Vi è tuttavia un'altra questione: i figli di Feanor dovevano aver raccolto un buon numero di proseliti per la loro folle impresa, oppure gli stessi Sindar erano in pochi nel regno appena restaurato. Non si spiega altrimenti il fatto che con tanta facilità Celegorm e fratelli penetrino così velocemente nel Doriath. I feanoriani non erano dunque così dispersi come sembrava dopo la Nirnaeth oppure i Sindar, nonostante la restaurazione compiuta da Dior, non erano tornati in massa nelle foreste di Neldoreth e Region.

Nello scontro muoiono Celegorm, Curufin e Caranthir, uccisi da Dior, il quale cade però a sua volta assieme alla moglie Nimloth. Lo scontro si conclude con la vittoria dei Noldor che saccheggiano Menegroth; il Silmaril è però messo in salvo e portato via. Maedhros, dopo essere stato passivo al seguito di Celegorm, si pentirà del gesto compiuto contro i Sindar e soprattutto per la sorte dei figli di Dior.

Al di là del fatto che vi era il giuramento cui tener fede, credo si debba considerare che ormai i figli di Feanor considerassero la loro situazione nel Beleriand talmente precaria e l'esito della lotta contro Morgoth compromesso a tal punto, da sentirsi per certi versi giustificati nel compiere un'azione che oltre ad essere in sé riprovevole avrebbe portato vantaggi esclusivamente al comune nemico. Ma probabilmente questi calcoli ormai non contavano più, e la Sorte di Mandos stava spingendo chi ne era colpito alle estreme conseguenze.

Sta di fatto che dopo quest'incursione il Doriath cessa di esistere definitivamente. Un piccolo gruppo di esuli, tra cui vi è Elwing figlia di Dior, che riesce tuttavia a sottrarsi alla carneficina e trova riparo alle foci del Sirion (S 298).


 

           
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