Storia politico militare della Terra di Mezzo
La Prima Era: guerre, armi e battaglie
di Giordano "Naerfindel" Gelmi

rima di trattare delle guerre e delle battaglie combattute da Elfi, Nani e Uomini nel corso della I Era così come nelle successive, è necessaria una breve introduzione relativa allo sviluppo della mentalità bellica negli Elfi e poi negli Uomini. Sarà poi necessario anche un accenno all’inizio della produzione di armi tra gli Elfi del Beleriand e quelli che stavano in Aman.

I primi Elfi a costruire armi nella Terra di Mezzo furono i Sindar di Elwe Thingol; i Sindar erano i più belli, saggi e anche i più abili della Terra di Mezzo (S 107). Nel Silmarillion si dice che durante la Terza era della cattività di Melkor cominciarono ad arrivare nel Beleriand i Lupi e gli Orchi, passando i monti (S 110). Fu essenzialmente per questo motivo che Re Thingol volle che fossero forgiate le prime armi, che mai i Sindar avevano avuto (S 110), cosicché essi si potessero difendere dagli attacchi delle creature dell’Oscuro Signore. A fornire le prime armi ai Sindar e ad insegnare loro l’arte della metallurgia furono i Nani. A quei tempi vi era amicizia e collaborazione tra i Naugrim e gli Eldar, dalla cui collaborazione tra l’altro era stata creata Menegroth. In particolare erano quelli di Nogrod gli armaioli più abili; i Nani di Belegost essi erano invece stati gli artefici delle prime cotte di maglia per le quali impiegavano l’uso del Mithril, un metallo argenteo resistentissimo (S 110-111). Essendo i Sindar piuttosto abili, fu per loro facile imparare dai Nani l’arte della metallurgia. Va detto però che nella tempra dell’acciaio, i Nani erano in assoluto i più abili, persino dei Noldor in Aman, e in questo non furono mai superati. (S 111). La loro arte e quella dei Noldor vennero maggiormente a contatto e si perfezionarono grazie agli scambi che si instaurarono in seguito tra i Nani di Belegost e le genti di Caranthir figlio di Feanor; i fabbri di entrambe le stirpi trassero allora dal confronto reciproco vantaggio (S 136).

I Nani erano fin dal principio abili fabbri ed armieri, e questo era dovuto alla diversa concezione che Aule il loro creatore ne aveva avuto: egli aveva reso i Nani forti e resistenti, sopportavano la fatica, la fame e il dolore fisico più impavidamente di ogni altro popolo (S 47). Mentre Ilúvatar aveva infatti concepito gli Elfi come un popolo pacifico, Aulë preparò i Nani ad affrontare le Ere a venire, caratterizzate da scontri e combattimenti frequenti e violenti. Si trattava dunque di una razza guerriera, pronta a combattere con furore (S 110); questa concezione si riflette nell’idea che i Nani debbano essere anche dei bravi armaioli e artigiani. Fin dall’inizio essi lavoravano più frequentemente metalli e pietra (S 108), diventando dei veri maestri nella metallurgia. Essi, per se stessi, preferivano forgiare possenti asce da guerra o spade pesanti.

Tra tutti i Sindar, il più abile artigiano fu Eol che dai Nani apprese e studiò a fondo i segreti della metallurgia, essendo più volte ospite a Belegost e a Nogrod. Eol va ricordato per l’invenzione del Galvorn, un metallo di origine meteorica particolarmente resistente, durissimo, come il metallo argenteo dei Nani, il Mithril, e impenetrabile a qualsiasi lama fabbricata con i comuni metalli estratti dalla terra. Il Galvorn era di colore scurissimo, e fu anche per questo che Eöl fu detto “lo scuro”. Col Galvorn Eol forgiò Anglachel e Anguirel, le spade che potevano tagliare il ferro di qualsiasi altra arme e si tenevano testa solo tra loro (S 162-163).

Fu così che, prima che il Sole e la Luna sorgessero Re Thingol ebbe a disposizione profonde armerie colme di gran dovizia di armi (RI 110). Tra esse vanno ricordate spade, asce, lance, alti elmi, lunghe cotte di maglia lucente e scudi che non arrugginivano, fatte in gran parte da Telchar, l’armaiolo più famoso della storia di Nogrod, o dal suo maestro Gamil il Vecchio. Altre armi Elwe le ricevette in dono da parte degli Elfi esuli da Valinor, alcune forgiate forse da Feanor stesso, anche se non si chiarisce in che circostanza ciò possa essere avvenuto (S 111, RI 110). Come è ricordato a proposito della permanenza di Tuor con gli Elfi Grigi, questi preferivano servirsi di armi come l’ascia e l’arco (RI 34).

In Aman le prime armi tra gli Elfi si diffusero tra i Noldor su istigazione di Melkor, intento a seminare dissapori tra i Primogeniti (S 79). I Noldor, a quel tempo, avevano già affinato la loro destrezza nell’arte della metallurgia frequentando Aule (S 67); essendo particolarmente dotati, i Noldor progredirono rapidamente in abilità e sapienza ai tempi della liberazione di Melkor (S 71). Melkor non fece altro che indirizzare gli Elfi su questa strada, sfruttando le rivalità che stavano sorgendo a causa delle sue menzogne.

Feanor fu anche in questo campo uno degli artefici maggiori; sia lui sia i suoi figli erano infatti molto spesso ospiti di Aule dal quale avevano appreso molte nozioni (S 70). Feanor ebbe come maestro di metallurgia anche il suocero Mathan, allievo di Aule, ma questi si sarebbe presto pentito di aver fatto apprendere quell’arte al genero (S 73 e 79). Tra le prime armi prodotte da Feanor figurano spade ed elmi con piume rosse; egli le forgiava in una fucina segreta, esclusivamente per sé e per i suoi figli (S 79). Ciò mentre già gli Elfi di Tirion cominciavano ad aggirarsi per la città adorni di scudi con stemmi delle varie fazioni rivali, ma tenendo per lo più nascoste le armi, fossero esse spade, pugnali, lance, asce, scudi.

Le armi tenute più in considerazione tra gli Elfi furono sin da principio spade; le spade dei Noldor, come viene detto in occasione del ritorno dei Noldor nella Terra di Mezzo, erano lunghe e terribili (S 128). Tra tutti gli Elfi, furono proprio i Noldor i più bravi nel maneggiare le spade, così come nel fabbricarle; l’unico che poteva paragonarsi a loro era probabilmente il solo Eöl, l’Elfo Scuro. Il primo Noldor a cingere una spada e ad usarla, anche solo per minaccia, fu proprio Fëanor, che puntò la propria lama contro suo fratello Fingolfin (S 80).

Per farsi un’idea delle armi usate dai Noldor, si può pensare alla descrizione che viene fatta delle armi trovate da Tuor a Vinyamar: una corazza come di lucido argento, una lunga spada e uno scudo lungo e sfilato, fatti su indicazione di Ulmo (S 153, RI 47). In particolare lo scudo era leggero e maneggevole, e ricoperto di placche metalliche forti ma sottili (RI 47).

Per quanto riguarda i Teleri di Olwë, essi non avevano mai dato ascolto a Melkor e dunque non si può dire che fossero stati ispirati da lui per la creazione di armi. Essi però, come viene ricordato anche durante il massacro di Alqualonde (S 102), erano armati di fragili archi; ciò significa che già da tempo avevano imparato a costruire e maneggiare archi, probabilmente grazie a Ossë. Anche i Nandor, e più tardi gli Elfi Silvani e quelli di Lothlórien, facevano uso per lo più di armi come archi e balestre. Riguardo ai Nandor va sottolineato come essi non avessero armi d’acciaio quando erano cominciati gli attacchi nel Beleriand da pare degli Orchi (S 111).

Una considerazione generale sugli Elfi della I Era: come si ricorda nel Silmarillion, essi erano a quei tempi più forti e più grandi di quanto furono in seguito (S 52). Da ciò deduciamo che anche il loro valore e la loro abilità e forza nel combattere abbia subito una flessione, anche se restavano comunque dei guerrieri temibili. Per farsi un’idea degli Elfi della I Era basti pensare che diElwe si dice che, dopo aver sposato Melian, era simile a un signore dei Maiar ed era il più alto dei figli di Iluvatar (S 66). Feanor era invece il più possente in ogni organo del corpo e dalla mente, per valore, resistenza, abilità, forza (S 116). Anche le donne degli Elfi erano di statura notevole, come Galadriel che raggiunse una statura insolita, persino per le donne dei Noldor (RI 313). Il tema dell’altezza degli Elfi nella I Era si ritrova anche ne I Racconti Incompiuti: di Turgon si dice che era il più alto dei figli del mondo salvo il solo Fingon (RI 84). Statura, forza e valore che caratterizzano in modo particolare gli Elfi della I Era è imputabile al fatto che tutti quelli nominati fin ora avevano veduto gli Alberi nell’era del loro splendore. Nel Beleriand invece solo i Sindar, governati da Elwe e da Melian la Maia, giungevano quasi a uguagliare i Calaquendi (S 125).

Quanto detto sopra vale anche per gli Uomini. Nel Silmarillion si sottolinea il fatto che nella I Era Elfi e Uomini erano simili per statura e forza (S 124-125). Non è poi un caso che Huor, sia indicato come il più alto degli Uomini salvo Tuor suo figlio (RI 85), che poi si sarebbe congiunto con Idril della casa di Fingolfin.

Sia gli Elfi che gli Uomini dunque erano potenzialmente dei guerrieri temibili, forti e valorosi. Se a ciò aggiungiamo la loro abilità nel costruire armi, dettata dalla necessità di respingere gli attacchi delle forze di Melkor, possiamo ben dire che tanto i Primogeniti quanto i Secondogeniti avevano tutte le carte in regola per opporsi ai loro nemici con una certa efficacia. Cosa che, come vedremo tra poco, fu però possibile solo in parte.


 

           
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