enza
dubbio, uno dei momenti più significativi della lotta contro l'Unico Anello si
consuma entro le volte litiche di Moria, a breve distanza dall'uscita che conduceva
alla Valle dei Rivi Tenebrosi - come dire, in salvo dalle immani legioni d'Orchi
che allora infestavano l'antico dominio nanesco; sull'esiguo ponte di Khazad-Dûm
il feroce scontro con un Demone di Fuoco, Balrog nella favella degli Elfi Grigi,
priva la Compagnia dell'Anello della guida ferma e risoluta di Gandalf. Siccome
l'origine di quella creatura si perde nella notte del mito, qui sono raccolte
alcune brevi note che possono fornirne una piccola panoramica anche a chi non
avesse dimestichezza con le saghe dei Tempi Remoti.
«Fiamma di Udûn»
Avvalendosi così dell'Enciclopedia di Arda, insostituibile guida
alla scoperta della Terra di Mezzo, si apprende che i Balrog erano
spiriti di fuoco sedotti da Melkor in tempi tanto remoti che non
possono essere misurati. L'Oscuro Nemico, per asservirseli e dominarli,
li raccolse con sé nei tetri saloni della fortezza iperborea di
Utumno (da cui l'espressione «fiamma di Udûn» con cui Mithrandir
designa l'avvampare del demone, contrapposto al Fuoco Segreto di
Eru che egli serviva: Udûn è la contrazione in Lingua Corrente dell'antico
nome della rocca settentrionale di Morgoth). Ben presto quelle terrificanti
creature fecero mostra della loro ferocia, conquistando la fama
di essere le più temute essenze demoniache in forza a Morgoth -
con l'unica eccezione dei Draghi.
All'apparenza, i Balrog erano d'aspetto antropomorfo, quantunque
di dimensioni smisurate; lingue di fuoco serpeggiavano dalle loro
membra, ed il loro incedere era simile all'aprirsi di un varco in
cupe ombre. Il Libro riporta dovutamente che essi recavano staffili
infuocati ed inducevano puro terrore tanto nei loro avversari quanto
fra le file dei loro stessi alleati.
Ai tempi della Guerra d'Ira, Morgoth fu assalito dalle forze radunate
dai Valar. Molti dei Balrog vennero annientati nell'apocalittica
conflagrazione, ma alcuni riuscirono a riparare oltre i Monti Azzurri
celandosi in qualche remoto anfratto della Terra di Mezzo. Evidentemente
il Flagello di Durin, la creatura che aduggiò i Nani di Moria, seguì
una sorte simile.
I Balrog prima dell'Inizio dei Giorni
I Balrog in
origine erano creature della stirpe celeste dei Maiar, del medesimo ordine di
Sauron o Gandalf. Melkor corruppe i loro animi riducendoli al suo servizio allorché
il Mondo non era ancora del tutto plasmato, nei giorni dell'antico splendore.
Furono dunque radunati nell'antica roccaforte di Utumno press'a poco al tempo
in cui le Due Lampade dei Valar venivano accese, prima ancora che il Sole sorgesse
per la prima volta. Quando la fortezza venne distrutta dai Valar, la prima volta
in cui essi scesero in forze contro Melkor, almeno alcuni di loro fuggirono e
si annidarono nei recessi di Angband; se alcuno dei Balrog delle origini sia rimasto
vittima dell'attacco dei Valar ad Utumno non è noto dalle cronache.
I Balrog nella Prima Era
Seppure i Demoni di Fuoco, Valaraukar nell'Antica lingua, abbiano preso parte
attiva in molte circostanze della lotta contro il primo Signore
del Male, le loro nefaste imprese sono appena accennate in poche
righe degli antichi testi. La loro prima sortita in assetto di battaglia
si registra apparentemente nel corso della fuga di Melkor ed Ungoliant
da Valinor, dopo che ben tre ere erano trascorse dall'assalto di
Utumno, dopo aver perpetrato il ratto dei Silmaril; i Balrogs erano
ancora nel profondo dei ruderi di Angband. Ungoliant, immenso mostro
in forma di ragno di impressionanti forza e ferocia, intrappolò
Melkor nelle sue infami tele, esigendo che le venissero consegnati
gli ineffabili gioielli elfici, ma i Balrog accorsero al tremendo
urlo del loro Signore e lo trassero in salvo. La vicenda è narrata
nel Silmarillion, capitolo VIII.
I Balrog a quanto pare vennero ad incontrare per la prima volta gli Elfi durante
la Dagor-nuin-Giliath, la Battaglia Sotto le Stelle nell'anno da cui si suole
iniziare il computo della Prima Era. Dopo la schiacciante vittoria dei Noldor
ai danni degli di Orchi Morgot, Fëanor principe Noldorin proseguì la marcia alla
volta di Angband, avamposto di Melkor al nord, ma mal glie ne incolse ché i Balrog
mossero contro di lui. Accecato dall'ira, bramoso com'era di riconquistare gli
inimitabili gioielli da lui creati fondendo nelle pure gemme cristalline la luce
delle stelle, diede eroicamente battaglia venendo mortalmente ferito da Gothmog,
Signore dei Balrog. I suoi figli, accorsi in forze, riuscirono a scacciare i demoni
di fuoco, ché grande era ancora il valore dei Primogeniti maturato durante il
lungo soggiorno nel Reame Beato di Aman, ma Fëanor spirò subito dopo, ed il suo
spirito si dipartì per le Aule di Mandos, che accoglievano i Figli dopo il trapasso.
La natura intima dei Balrog
I Balrog erano spiriti di fuoco - fuoco malefico ardeva nel loro animo, si
diceva, e fiamme divampavano sugli staffili da essi recati. Purtuttavia,
era loro facoltà avvolgersi in veli di tenebrosa oscurità. Il Balrog
che Gandalf combatté in Moria, per esempio, a tutta prima non fece
intuire della sua ignea natura eccetto che per le lingue di fuoco
che sortivano dalle sue frogie.
Tale feroce creatura era una delle ultime della sua specie; appare
certo che, quantunque Morgoth potesse essersi accattivato la lealtà
di molti di tali terribili Spiriti di Fuoco negli Antichi Giorni,
molti di quelli vennero annientati nelle guerre contro Eldar ed
Edain. È peraltro opinione invalsa presso alcuni dei Saggi che il
numero di dette creature non fu mai elevato: "Non più di sette",
era la tesi di una antica saga. Al pari degli altri Maiar i Balrog
erano immortali, a meno che non fossero soppressi da creature dotate
di maggior forza. Non desta meraviglia, vista la loro natura, che
disponessero di tale potere e incutessero tale timore. Grande era
il novero delle abilità dei Balrog: la loro forza di volontà tipica
di spiriti d'alto grado era tale da indurre sgomento al loro solo
apparire, e perfino gli avversari più valorosi e potenti la subivano
al primo impatto; sapevano brandeggiare armi con ambo le mani, quali
giganteschi Maestri d'Arme; erano in grado di impadronirsi del controllo
delle menti dei loro nemici, qualora non sufficientemente dotati
per fronteggiarli, sia forzandone le volontà e piegandoli ai loro
ordini sia sconvolgendoli irrimiediabilmente; potevano ardere d'un
fuoco sì furioso quale scaturisce dai vulcani, qualora le condizioni
lo richiedessero, e solo la totale immersione in una vasta quantità
d'acqua poteva smorzarne le fiamme, che immediatamente riappiccavano
non appena venissero a trovarsi in un ambiente più secco; per tacere
di certi incantesimi che lanciavano a guisa di possenti Maghi, nello
specifico padroneggiando naturalmente gli incantesimi di fuoco,
quelli per costringere i nemici e per entrare in contatti con altri
spiriti ed esseri maligni. Sebbene poco possa dirsi con certezza
circa il pensiero dei Balrog, è noto il loro essere tenacemente
leali al Nero Nemico del Mondo.
Nonostante l'immensa fierezza caratteristica del loro essere, in
certi frangenti i Balrog denotarono inclinazioni estetiche, per
quanto la cosa sembri poco intonarsi alla loro indole, in particolare
nel campo architettonico. La sala del trono del Balrog di Moria
ne è un buon esempio: una caverna a volta poggia dall'alto fra inquietanti
e bellissimi sfarfallii di vivida fiamma dal centro della terra,
adornata con colonne in forma d'infuocati dragoni - uno delle poche
altre specie di creature che i Balrogs rispettassero - in cui s'inarcano
pontoni rossi di quel magico vetro chiamato laen. Spiriti
di Fuoco, i Balrog mostravano il carattere e la potenza più affascinante
delle forze distruttive in ogni sfaccettatura.
Qualche cenno sui più rinomati fra i terrificanti Balrog di Arda: il primo ad
essere citato è Gothmog, Signore di Balrog ed Alto Capitano di Angband. Tutti
i Balrog sono terrificanti nel maestoso timore che incutono, così è virtualmente
impossibile descrivere adeguatamente Gothmog, il più possente di tutti i Balrog
che siano mai comparsi in Arda. Gothmog fu essere di tale potenza e maestà che
una persistente diceria che echeggio lungo le Ere lo ritraeva come rampollo di
Morgoth stesso - ipotesi azzardata, quantomeno inverosimile. In ogni caso, Gothmog
fu responsabile per la gran parte dei travagli di Arda nella Prima Era. Molti
furono gli eroi Elfici che caddero sotto i colpi del suo staffile (Fëanor e Fingon
figurano nell'elenco delle sue vittime) e della sua spada prima che fosse ucciso
in un combattimento alla morte da Ecthelion della Fonte durante l'assedio di Gondolin
nel 511 della Prima Era . Quanto al Balrog di Moria, si è già accennato al fatto
che tale possente creatura fu forse l'ultima della sua specie. Certamente nessun
Balrog era mai più stato veduto in Arda dalla Grande Battaglia che pose fine alla
Prima Era, e soltanto gli Elfi ed i Saggi (inclusi gli Istari) ne serbavano memoria,
oltre ai più antichi racconti e confusi ricordi. I Nani che rientrarono in Moria
alla fine della Terza Era scavarono profondamente, forse molto più in profondità
di quanto ogni creatura mortale avesse mai fatto prima, e destarono questa minaccia
dal suo stato che potrebbe definirsi di coma autoindotto dal suo nascondiglio
nei recessi di Moria. Eccitato dopo il lunghissimo riposo, il Balrog ancora una
volta diede prova del suo potere e della sua fierezza; forse, percepì anche il
Potere del suo Signore, Sauron di Mordor, che tornava ad estendersi nel mondo.
Uccise due dei Re dei Nani e radunò sotto di sé ingenti armate d'Orchi e Vagabondi
dalle zone circostanti con un solo atto del suo volere. Con queste truppe scacciò
i Nani sopravvissuti da Moria e vi si stabilì come nuovo padrone. Ci si può domandare
cosa sarebbe potuto accadere se fosse riuscito a mettere le grinfie sull'Unico
Anello. È dubbio che si sarebbe docilmente sottomesso a Sauron: più probabile
che l'avrebbe piuttosto adoperato egli stesso, confidando nel fatto di essere
un pupillo del Nero Nemico del Mondo, più meritevole che non il Signore di Mordor,
memore dell'antico e fedele servaggio a Morgoth. Ma tuto ciò si riduce a pura
speculazione, dacché Gandalf il Grigio, Maia egli stesso, combatté e sconfisse
questo terribile Signore di Moria - sacrificando i suo Fana per il bene
della Compagnia.
'...e se i Balrog avessero o meno le ali'
I Balrog avevano ali? Potrebbe sembrare una questione semplice, ma (come spesso
avviene con le opere di Tolkien) più la si esamina, più arduo è
rispondere. È una questione, fra l'altro, che divide gli studiosi
delle opere di Tolkien in due distinte 'fazioni' - coloro che credono
nei Balrog alati, e coloro che negano tale evenienza. Pare sia anche
una questione che genera parecchio interesse fra i frequentatori
delle discussioni tolkieniane, per cui si ritiene utile inserire
cenni del dibattito in questa sede in un prossimo aggiornamento.
Si badi, l'articolo si propone di fornire una visione obiettiva dei fatti, pervenendo
ad una ben definita conclusione (almeno, per quanto le evidenze note del corpus
disponibile consentono). A tutti gli interessati che in qualche modo non concorderanno
con le tesi qui esposte, va l'esortazione a partecipare attivamente al dibattito
con osservazioni e proposte di discussione.
Poteva Sauron controllare il Balrog di Moria?
Due
commentatori su The Grey Havens
hanno tentato di raccogliere gli elementi per determinare se in
qualche modo il Flagello di Durin potesse agire secondo il volere
di Sauron.
Il punto di vista di Brenden Taylor è riepilogabile come segue.
Si è commentato su diverse pagine che Sauron assai verosimilmente
non potesse controllare il Balrog di Moria. Si è detto, dopo tutto,
che "i Balrog furono annientati, salvo quei pochi tra loro che fuggirono
e andarono a nascondersi in grotte inaccessibili..." (Silmarillion,
p.316) Ma della loro fine non si è detto specificamente. Quanto
a Sauron, data la sua posizione di maggiore fra i servitori di Morgoth,
che aveva parte in tutti i piani da questi intrapresi, e che fu
secondo a Morgoth in malvagità solo in quanto a lungo dervì lui
invece che se stesso (Valaquenta), essendo 'il massimo e
il più fido dei servi dell'Avversario, nonché il più pericoloso'
(Sil. p. 359), non penso che possa esservi alcun dubbio sul fatto
che i Balrog lo avrebbero riconosciuto come l'erede apparente di
Morgoth. Dopo tutto egli era il luogotenente di Melkor. I Balrog
avevano già lo avevano seguito ed avevano obbedito ai suoi ordini
sin dalla Prima Era. Essi erano ambedue Maia, ma come accade per
i Valar, ve n'erano di differenti livelli quanto a gloria e potenza
pure entro il medesimo ordine. C'è da ritenere che Sauron fosse
uno dei più possenti fra i Maia, dato il ruolo che egli giocò per
Melkor e per se stesso nel trascorrere delle ere. Quale prova del
suo ascendente sui Balrog (ed aggiungerei i Draghi, i.e. Smaug prima
di essere abbattuto) c'è un passaggio a pag. 365 del Silmarillion,
concernente lo stato di cose prima che Ar-Pharazon riportasse Sauron
con sé: "e Sauron tornò a radunare sotto il proprio governo tutte
le creature malvagie dei tempi di Morgoth che restavano sulla terra
o sotto di essa."
Il punto che riguarda l'impiego dei Balrog solamente per attaccare
avversari più possenti è valido, come la congettura che senza l'Anello
Dominante venisse meno l'ordinamento gerarchico. Si potrebbe speculare
sul fatto che, data la prossimità del Balrog a Lothlorien, Sauron
fosse in attesa di recuperare l'Unico Anello e quindi neutralizzare
una delle ultime teste di ponte dei Noldor nella Terra di Mezzo
con le orde degli Orchi di Moria. Assumendo ovviamente che egli
potesse controllarlo. Dato il suo carisma c'è da credere che verosimilmente
avesse una certa influenza su di esso pure senza l'Anello. Anche
come nota a margine, dacché nessun altro Balrog o drago fu presente
alla Battaglia Finale, e dacché gli scritti ci dicono con chiarezza
che almeno in qualche frangente nell'era post-Morgoth Sauron poteva
ancora controllare tali creature, ogni altro orrore rimanente, se
si eccettuano Smaug ed il Balrog di Moria, deve essere stato distrutto
dalle armate di Gil-Galad ed Elendil nella Guerra dell'Ultima Alleanza,
quando l'Oscuro Sire deteneva ancora l'Anello ed incontrovertibilmente
poteva ancora comandarli; o almeno i draghi, essendo sopravvissuti
alla Guerra, si affrancarono dal controllo di Sauron nella scia
della scomparsa dell'Anello Dominante. Quest'ultima affermazione
si giustifica a fronte del convincimento che Sauron avesse qualche
sorta di ascendente su tali creature in quanto p. 371 si dichiare
che vi erano draghi, al plurale, negli anni che precedettero
la Battaglia Finale. Uno di essi sarebbe Smaug. È pertanto logico
assumere che vi fosse una moltitudine di Barog e dragoni in servizio
al principio dell'ascesa di Sauron poiché, come menzionato, più
di un Balrog sopravvisse alla Guerra d'Ira, ed i Sette Anelli furono
o distrutti con i Tesori dei Nani dai draghi (Sil. p. 358),
o riconquistati da Sauron.
Secondo Erik Tracy, tale questione può trovare risposta solamente
per mezzo di congetture, siccome Tolkien non lasciò dichiarazioni
per dirimere tale questione.
È noto dalle cronache più antiche che i Balrog erano originariamente
i servitori di Morgoth nella Prima Era, e del pari anche Sauron
ne era servo. I Balrog e e Sauron erano Maiar ed in qualche modo
coevi, stante il Valaquenta; si può dibattere sul fatto che i Balrog
avrebbero o meno riconosciuto Sauron come legittimo successore dell'Oscuro
Vala e servirlo allo stesso modo.
Comunque, se si considera la cronologia degli eventi nella Terza
Era una certa "correlazione" o diviene evidente e comprensibile.
Il Balrog fu destato dai Nani nell'anno 1980. i Nani fuggirono da
Moria nell'anno 1981. Il Calcolo degli Anni tace riguardo a Moria
fino all'anno 2480, allorquando Sauron cominciò a popolare Moria
con le sue creature, nella fattispecie gli Orchi. Da questo punto
in avanti, fino all'epoca della Guerra dell'Anello nel 3018 vi è
una coabitazione del Balrog e degli Orchi per ben 538 anni!
Certamente Sauron sapeva dell'esistenza del Balrog (specialmente
dal momento in cui i suoi Orchi penetrarono in Moria), ed il Balrog
sembra aver tollerato la presenza della soldataglia di Mordor sotto
le volte dei Nani. Tracy non è dell'idea che Sauron potrebbe aver
controllato oppure comandato il Balrog - a quel tempo egli era privo
dell'Unico Anello nel quale era confluita larga parte del suo antico
potere. Senza l'Unico Anello, Sauron non avrebbe avuta l'abilità
di dominare una volontà così forte come quella di un Balrog.
Come tale, il Balrog agì proprio come fece nella storia: in conformità
all'imperitura lotta fra un "male comune" contro il "bene". Gandalf,
come il Balrog, era un Maia, ma a differenza di questi allineato
dalla parte dei Valar (il Bene), che erano i sempiterni nemici di
Morgoth (personificazione del Male). Dacché i Balrog erano fra i
campioni del servaggio di Morgoth, ne consegue naturalmente che
il Balrog di Moria avrebbe attaccato Gandalf assecondando la propria
indole. Non solo, ma la Compagnia era entrata in (leggi: aveva invaso)
Moria, ed ognuno dei membri era armato di tutto punto. Anche questo
avrebbe naturalmente condotto ad un confronto sul campo.
Ma è dubbio che Sauron (senza l'Unico Anello) potesse mai aver comandato al Balrog,
diciamo, di attaccare Lorien oppure battersi contro Minas Tirith. I principali
poteri di un Balrog non si esplicano contro eserciti di nemici minori, oppure
nello sgretolare mura di castelli, ma piuttosto contro altri potenti avversari
come Stregoni o signori Elfici.
Le immagini sono, nell'ordine in cui
appaiono, di John Howe e Ted Nasmith.