a mitologia di Tolkien si struttura attorno a manufatti dai poteri considerevoli, che vanno persino a dare il nome alle opere pubblicate: il Silmarillion e il Signore degli Anelli . Si potrebbe dunque pensare che i più importanti oggetti di Arda siano i Silmaril e l'Anello del Potere, che costituiscono il nodo delle preoccupazioni delle varie Età della Terra di Mezzo. Tuttavia, la loro influenza si rivela limitata: i Silmaril sono messi fuori portata alla fine della Prima Era e il Grande Anello viene distrutto sul finire della Terza Era.
Ora, esiste un Anello che attraversa le Ere e che sembra essere il più antico oggetto conosciuto sulla Terra di Mezzo: si tratta dell' Anello di Barahir . Ma, a differenza dei gioielli precedentemente evocati, non ha alcun potere. Si accontenta di essere tramandato. Se ci si interessa più da vicino a questa trasmissione (che crea come degli anelli di una catena) e alle sue cause, ci si accorge che non ha nulla di casuale. Al contrario, quest'Anello accompagna la storia delle relazioni tra Elfi e Uomini. È per questo che qui verificheremo brevemente 1 l'ipotesi secondo la quale l'Anello di Barahir, il più antico oggetto conosciuto, costituisce il simbolo dell'Alleanza tra Elfi e Uomini.
In ogni caso, prima di venire alle differenti forme di quest'Alleanza, vediamo le principali tappe 2 di questa trasmissione:
Forgiato a Valinor dai Noldor; appartiene al Casato di Finarfin.
È donato da Finrod Felagund a Barahir, in pegno d'amicizia.
Barahir è ucciso da un capitano degli Orchi che gli trancia la mano; Beren, figlio di Barahir, uccide l'Orco e recupera l'Anello.
(Beren lo trasmette a suo figlio Dior. Elwing, figlia di Dior, lo riceve e lo dona ad Elros, uno dei suoi figli, primo re dei Númenoreani).
L'Anello fa parte dei beni della Corona dei re di Númenor, trasmesso per eredità.
Tar- Elendil lo dona alla figlia primogenita Silmariën, il cui figlio Valandil sarà primo Signore della Casata di Andúnië.
L'Anello di Barahir giunge* a Elendil il Fedele, che lo salva dallo sprofondamento di Númenor.
(Passa da Elendil a Isildur: gliel'ha trasmesso prima della morte oppure è Isildur a prenderlo assieme all'Unico?)
(Valandil riceve l'Anello di Barahir: è Ohtar a portarlo a Imladris con i frammenti di Narsil oppure l'Anello vi era rimasto?)
L'Anello viene trasmesso dagli eredi di Valandil, fino ad Arvedui
Arvedui dona l'Anello al capo dei Lossoth prima di perire in un naufragio.
I Dúnedain riscattano l'Anello dai Lossoth. Suo figlio [di Arvedui, n. d. t.] lo eredita. L'Anello è tramandato ai suoi discendenti, accolti a Imladris.
Elrond lo affida a Estel- Aragorn.
Aragorn lo offre ad Arwen.
(Ignoriamo se resta in possessi di Arwen oppure se lei l'abbia donato a suo figlio Eldarion)
Simbolo di promessa.
Forgiato dai Noldor a Valinor, apparteneva a Finrod Felagund. Finrod fu il primo a scoprire gli Uomini venuti nel Beleriand ed insegnò loro molte cose. Bëor divenne suo “vassallo” e lo seguì: parimenti la sua casata rimase fedele a questo impegno. Ecco perché, quando Finrod venne assalito nelle Paludi di Serech, Barahir, discendente di Bëor, giunse in suo soccorso. Finrod pronunciò un giuramento di amicizia e fedeltà verso Barahir e i suoi: gli donò allora il suo anello, simbolo di quel vincolo (Silmarillion, cap. 18, abbreviato in Silm.; ED. Superpocket p. 187-188). Quest'anello suggella perciò l'amicizia tra Elfi e Uomini. In senso stretto, è un'Alleanza.
Sarà Beren, il figlio di Barahir, recuperare tale anello; Barahir fu ucciso infatti da alcuni Orchi, che gli tranciarono la mano che portava l'anello. Beren, che era lontano al momento dell'agguato, tornò al campo degli Orchi, uccise di sorpresa il capitano degli Orchi e fuggì con la mano e l'anello. (Silm. cap. 19, p. 202).
L'anello svolge allora una funzione di riconoscimento. Quando Beren arriva nel Doriath, compare davanti al Re Thingol. Beren, ispirato da Melian, risponde fieramente a Thingol, che lo trattava da “bastardo mortale, mostrandogli l'anello, segno della nobiltà della sua casata. Per la prima (ed unica) volta nel Silmarillion, l'anello viene descritto:
“ (…) vi splendevano sopra le gemme che i Noldor avevano fabbricato in Valinor.
L'anello, infatti, era simile a due serpenti intrecciati, i cui occhi erano smeraldi, e
le loro teste si univano sotto una corona di fiori d'oro, che l'uno reggeva e l'altro
divorava. Ed era questo l'emblema di Finarfin e della sua casata” (Silm. cap. 19, p. 206)
Ma l'anello non è sufficiente agli occhi di Thingol per accordare a Beren la mano di Lúthien. L'anello non ha alcun potere ma entra in concorrenza implicita con i Silmaril. Solo un Silmaril, oggetto di tutte le concupiscenze della Terra di Mezzo, farà cambiare parere Thingol. Del resto, non per nulla l'anello è presente nella storia dell'amore di Beren e Lúthien. Peraltro è interessante constatare che, nei primissimi scritti (vale a dire quando Beren è un Elfo), l'anello non è contemplato: non compare dunque nel volume dei “Racconti perduti”. Ma quando Beren è ormai un Uomo nel Lai di Leithian, allora anche l'anello è evocato. (Home III 165-166, 191).
Beren è dunque inviato da Thingol alla ricerca di un Silmaril in cambio della mano di Lúthien, e giunge a Nargothrond. Leva allora l'anello per farsi riconoscere ed incontra Finrod Felagund, che non ne ha bisogno per ricordare il suo giuramento (Silm. cap. 19, p. 208).
Egli accompagnerà Beren e morirà uccidendo un lupo che lo stava attaccando nella torre di Sauron su Tor- in-Gaurhoth (prima chiamata Tol Sirion, dove lo stesso Finrod aveva costruito Minas Tirith). Anche là, l'anello non ha alcun potere: Finrod è rimasto fedele alla sua promessa senza aver bisogno di una prova. Al contrario, esso rappresenta la dimensione tragica dell'unione tra Elfi e Uomini. I primi devono progressivamente lasciare il posto ai secondi. Finrod “perderà la vita” rispettando la sua promessa e la sua amicizia. Ne aveva già avuto il presentimento quando sua sorella Galadriel gli aveva domandato come mai non si era sposato (Silm. cap. 15, Superpocket, p. 158-159). Finrod le aveva risposto di avere la sensazione di dover rispettare un giuramento che l'avrebbe condannato (questo nei confronti di Barahir e dei suoi). Ma è menzionato anche un altro motivo: Finrod amava Amarië, una Vanya, che era rimasta a Valinor con il suo popolo, rifiutando di seguirlo. Così, Finrod, che è all'origine dell'alleanza tra Elfi e Uomini, ha conosciuto un amore spezzato. La mancanza di discendenti conferma l'urgenza dell'unione tra le Due Stirpi.
Sappiamo che Beren e Lúthien riusciranno a rubare un Silmaril dalla corona di Morgoth. A Beren verrà strappata la mano: essa resterà per un po' con il Silmaril nel ventre del lupo Carcharoth. Un'osservazione ed una domanda: esattamente come suo padre Barahir, Beren si ritrova monco; ma la mano che teneva il Silmaril era la stessa che portava l'anello?
Eredità ancestrale
Non possediamo, per quanto ne so, altre indicazioni riguardo all'anello nella Prima Era. Non se ne riparla che con la stirpe regale dei Númenoreani. Possiamo allora supporre che l'anello, con tutta probabilità, sia passato da Beren a suo figlio Dior, e che in seguito Elwing l'abbia portato con sé assieme al Silmaril incastonato sulla Nauglamír. Sarebbe poi giunto in possesso di Elros, figlio di Eärendil ed Elwing. Elros, Mezz'elfo che scelse il destino degli Uomini, fu il primo dei re di Númenor. Si intuisce che forse è per questo che l'anello è stato affidato ad Elros piuttosto che a Elrond.
Quest'ipotetica trasmissione è in parte confermata da una nota dei Racconti Incompiuti (RI, ed Bompiani, pag. 238): in effetti, la nota 2 del II capitolo, intitolato “Descrizione dell'Isola di Númenor”, contiene alcune linee di Tolkien a proposito dei tesori della stirpe regale. Precisa allora la trasmissione dell'anello di Barahir: “La spada del Re era Aranrúth, spada di Elu Thingol del Doriath nel Beleriand, che Elros aveva ricevuto da sua madre Elwing. Tra gli altri tesori della famiglia citiamo: l'Anello di Barahir, la grande ascia di Tuor, padre di Eärendil, e l'Arco di Bregor della casa di Bëor. Soltanto l'Anello di Barahir, padre di Beren il Monco, sarebbe sopravvissuto allo Sprofondamento, poiché fu donato da Tar- Elendil a sua figlia Silmariën, e affidato alla Casa dei Signori di Andúnië, della quale l'ultimo fu Elendil il Fedele, che scampò al naufragio di Númenor giungendo alla Terra di Mezzo3”. Così, l'anello, come una premonizione, passa nella Casa che terrà fede all'alleanza con gli Eldar.
Di nuovo, il silenzio cade sull'anello fino alla rovina del reame di Arnor. L'Appendice A, I, 3 del Signore degli Anelli (SdA; p. 1239-1240 ed. Mondolibri) ci informa che Arvedui, ultimo re d'Arthedain, riceve l'aiuto dei Lossoth, gli Uomini delle Nevi (Snowmen), quando mette in fuga il Re degli Stregoni. Un vascello, inviato in soccorso da Círdan, lo scopre. Il capo dei Lossoth sconsiglia ad Arvedui di prendere il mare in quella stagione. Arvedui non gli presta orecchio ma lo ringrazia. Gli dona allora il suo anello e gli dice che non ha “alcun potere”: non è che un simbolo di alleanza. La nota a piè pagina precisa che è in tal modo che venne salvato l'anello della casa di Isildur, che non è altro che l'Anello che Finrod Felagund donò a Barahir. I Dúnedain lo riscatteranno in seguito al capo dei Lossoth (nella TE, 1975).
Questo passaggio suscita numerose domande. Per prima cosa, per essere chiamato “anello della Casa di Isildur”, l'anello è dovuto passare da Elendil a Isildur. Resta da sapere se Isildur l'ha preso dalla spoglia di suo padre ucciso da Sauron, o se lo possedeva già precedentemente. Se Isildur l'avesse tolto dalla mano del padre, ciò significa che avrebbe posseduto allo stesso tempo due anelli, e non dei minori: il Grande Anello di Sauron e l'Alleanza di Barahir. In altre parole, Isildur avrebbe avuto l'Anello del Potere e l'Alleanza senza potere, vale a dire i due anelli più contrastanti che esistano. Avrebbe allora compiuto la scelta sbagliata, volendo conservare il Grande Anello come presunta eredità del padre (mentre la sua autentica eredità era l'anello di Barahir). Se dunque Isildur prende l'anello al padre, rimane ancora da capire come esso sia pervenuto a suo figlio più giovane, Valandil. È stato il suo scudiero Ohtar a portarlo a Imladris assieme ai frammenti di Narsil?
I Racconti Incompiuti restano muti a tal proposito. In ogni caso, Isildur non può averlo conservato sino alla fine, visto che il suo corpo non fu ritrovato, e l'Elendilmir che indossava fu perduto (un secondo venne forgiato per Valandil a Imladris; vedi RI, Bompiani, pag. 374).
Ma si può ugualmente supporre che l'anello fosse rimasto a Imladris, dove si era formata l'Ultima Alleanza (guidata da Gil –galad ed Elendil). Là da allora avevano vissuto la moglie di Isildur e il suo figlio più giovane, Valandil (è interessante notare, a tal proposito, che anche il figlio di Silmariën, quindi il primo Signore di Andúnië a Númenor ad aver ereditato l'anello, si chiamava Valandil.). All'epoca dell'effettiva Alleanza, l'anello di Barahir, semplice simbolo, non avrebbe avuto bisogno d'essere portato.
L'anello fa quindi parte dei beni trasmessi in eredità da Valandil. Arriva* dunque ad Arvedui, “l'Ultimo Re”. Stranamente, Arvedui se ne separa prima di salire sulla nave degli Elfi inviata da Círdan. Forse qui bisogna considerare ancora l'ipotesi precedente: è al momento in cui l'amicizia tra gli Elfi e gli Uomini è effettiva che l'anello di Barahir ha l'importanza minore. Non c'è più bisogno di ricordare l'alleanza tra le due Stirpi, dal momento che essa è presente. Rimane il fatto che, per la prima volta, l'anello di Barahir passa in mani estranee. I Lossoth non appartengono ai discendenti di Númenor: non hanno sangue elfico nelle loro vene. Ma l'anello non perde tutto il suo carattere simbolico, perché Arvedui lo dona al loro capo come ringraziamento per l'aiuto portato: sarà la garanzia della lealtà della sua Casata nei confronti dei Lossoth. I Dúnedain lo recupereranno con Aranarth, figlio di Arvedui.
Con Arahael, filio di Aranarth, figlio di Arevedui, i Capitani dei Dúnedain si stabiliranno a Imladris.Qui sono conservati i segni del loro lignaggio regale: “l'anello di Barahir, i frammenti di Narsil, la Stella di Elendil e lo Scettro di Annúminas” (SdA, ed. Mondolibri, Appendice A, I, 3 p. 1241, anno 1976 TE). Attraverso una trasmissione complessa, l'anello che ha posseduto Elros si ritrova ora nella dimora di suo fratello Elrond (senza peraltro appartenergli).
* È interessante notare che in francese il verbo échoir indica qualcosa dovuto al destino, in questo caso il giungere dell'anello ad Elendil e ad Arvedui sarebbe “voluto dal fato” [N. d. T.]
La grande alleanza
Alla fine della Terza Era (TE 2951), Elrond rimette ad Estel l'anello di Barahir ed i tronconi di Narsil, nel momento in cui gli svela il suo vero nome, cioè Aragorn. Gli dice che l'anello è il segno della loro “lontana parentela” (SdA, ed. Mondolibri, Appendice A, I, 5, p. 1261; Appendice B p. 1301-1302, anno 2951 TE, che però non menziona l'anello di Barahir.) Aragorn, erede di Isildur, riceve dunque il più antico oggetto conosciuto sulla Terra di Mezzo: un anello senza potere, ma ricco di valore simbolico.
Come in altri casi (in particolare quello del suo pensiero sulla morte), è Aragorn che darà all'anello il suo più alto significato. In effetti, quando Aragorn e Arwen si ritrovano a Lórien (2980 TE), si scambiano la loro promessa. Aragorn dona allora l'anello di Barahir ad Arwen, figlia di Elrond (SdA, ed. Mondolibri, Appendice B, p. 1302; Il fatto che Lórien sia dimora di Galadriel, sorella di Finrod, trascende forse la semplice coincidenza). Quest'anello è diventato un'alleanza, simbolo dell'amore tra un Uomo ed una (Mezza)Elfa. La loro unione è fondamentale nell'opera di Tolkien, poiché essa condensa in sé tutte le linee nate da unioni tra Eldar e Uomini (peraltro è grazie a queste linee miste che gli Uomini hanno ricevuto un'infima parte di sangue elfico, all'origine dell'ispirazione feerica).
Questa è l'ultima loro (ri)unione. L'anello, già simbolo dell'amicizia tra le due razze, è ormai l'alleanza della loro ultima unione.
Ecco perché importa poco sapere cosa avvenga dell'anello dopo la morte di Arwen. L'ha trasmesso a suo figlio Eldarion oppure l'ha portato con sé nel Lórien dove muore sul Cerin Amroth? In entrambi in casi, l'anello svanisce a vantaggio del risultato: le linee mescolate sono riassunte nella persona di Eldarion. L'Era dell'Alleanza è giunta al termine: gli Uomini hanno definitivamente preso possesso della Terra di Mezzo.
Conclusione: l'Alleanza feerica.
Ma l'Alleanza non è per questo scomparsa. In effetti, anche il nipote di Faramir si chiama Barahir. Ora, è proprio Barahir a scrivere la Storia di Aragorn ed Arwen. Altrimenti detto, l'autore della storia in cui si compie il destino dell'anello di Barahir si chiama lui stesso Barahir (vedi SdA, ed. Mondolibri, Prologo, Note sulla documentazione della Contea, p.40). La trasmissione della storia è parallela al racconto dell'Anello (come precisa il testo del Prologo p. 40 ”vi fu anche aggiunto un riassunto del Racconto di Aragorn ed Arwen”, che restano al di fuori del racconto della guerra). Questa è fissata da un uomo predestinato dal nome. Il cerchio si chiude.
La reale Alleanza è alla fine quella tra il lettore e la feericità trasmessa dal testo. Se la questione della morte e dell'immortalità rappresenta il principale tema del SdA secondo Tolkien, la Storia di Aragorn e Arwen ne è l'archetipo: è perfettamente logico che l'anello di Barahir ceda il posto al racconto che ne fa Barahir. L'Alleanza diventa allora un simbolo d'unione con il feerico. Leggendone la vicenda, ciascuno passa l'anello di Barahir al suo proprio dito.
Torniamo infine sulla descrizione di questo anello. Esso rappresenta dei serpenti gemelli sotto una corona d'oro. Ciò designa forse le due stirpi dei Figli di Ilúvatar (i due serpenti demelli) che si dividono per un certo tempo la Terra di Mezzo (la corona d'oro). Il serpente che tiene la corona rappresenterebbe gli Elfi, legati al mondo, mentre il serpente che la divora rimanderebbe agli Uomini, chiamati a dominarlo ed attraversarlo.
L'anello senza potere possiederebbe in tal modo una propria storia nascosta dietro le vicende più brevi dei Silmaril e degli Anelli del Potere (nulla vieta infatti di pensare che sia stato forgiato prima dei Silmaril). È lui, in definitiva, che lega i destini. Più che discreto, avrà l'ultima parola.
1. Questa versione non è che un abbozzo, poiché non entra nel dettaglio dei testi, né nell'evoluzione della mitologia raccolta nell' History of Middle- Heart
2. Le tappe tra parentesi corrispondono a delle nostre ipotesi, in mancanza di un riferimento testuale
3. La conservazione di queste armi non è casuale, poiché rappresenta tre delle principali casate all'origine della linea dei Mezzielfi:
Elwë è il Re dei Sindar
Tuor è un Uomo della Terza Casata
Bregor (Uomo della Prima Casata) è il nonno paterno di Beren e il bisnonno paterno di Rian, madre di Tuor
(Tuor appartiene dunque a due Casate degli Uomini, grazie a suo padre Huor e a sua madre Rían) Vedi per dettagli Home XI, 224.
Bibliografia
http://www.jrrvf.com/compagnie/articles/anneau_barahir.html