a risposta maggiormente accettata è che con la distruzione dell'Unico Anello, gli altri abbiano perso il loro potere (inclusi i Tre Anelli degli Elfi) e siano diventati inefficaci contro gli effetti del tempo, motivo per cui furono creati. La spiegazione sta nel fatto che l'Unico fu plasmato con il potere necessario per domarli e per ghermirli e di conseguenza quando l'Unico fu distrutto anche il loro potere svanì. Coloro i quali possedevano i Tre: Gandalf, Elrond e Galadriel, intrapresero il lungo viaggio che li avrebbe portati al di là del Mare portando con loro gli Anelli.
L'evidenza di questa soluzione si trova in tre diversi riferimenti ne Il Silmarillion e ne Il Signore degli Anelli:
"Pure, molte voci dicevano, tra gli Elfi, che se Sauron fosse riapparso, avrebbe ritrovato l'Anello del Dominio che era andato perduto o nella migliore delle ipotesi, i suoi nemici l'avrebbero scoperto e distrutto; ma in entrambi i casi, i poteri dell'Albero si sarebbero dispersi, e perite tutte le cose che grazie ad essi si conservavano, sicché gli Elfi sarebbero giunti al tramonto, iniziandosi il Dominio degli Uomini". [ Silmarillion ]
"Ma quando tutto questo fu compiuto, e l'Erede di Isildur ebbe assunto la signoria degli Uomini e a lui passò il dominio dell'Ovest, allora risultò chiaro che il potere dei Tre Anelli era del pari finito, e agli occhi dei Primogeniti il mondo divenne vecchio e grigio". [ Silmarillion ]
Cos'accadrebbe invece se l'Anello Dominante venisse annientato, come tu consigli? », chiese Gloin. « Non sappiamo nulla di sicuro », rispose triste Elrond «alcuni sperano che i Tre Anelli, che mai furono toccati da Sauron, siano infine liberati, permettendo così a chi li governa di risanare tutti i mali del mondo causati da lui. Ma può darsi che con la scomparsa dell'Unico i Tre perdano ogni potere, e molte cose belle svaniranno e cadranno nell'oblio. Questo è ciò che io credo ». [Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello]
Il riferimento più triste si ha quando Galadriel spiega a Frodo il destino degli Elfi e gli chiede:
«Vedi ora perchè la tua venuta è per noi un passo del Destino? Se tu fallisci, noi rimarremo inermi innanzi al Nemico. eppure, se la tua Missione riesce, il nostro potere diminuirà, e Lothlórien dovrà svanire, spazzata dalle onde del Tempo ». [Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello]
Poichè il potere primario dei Tre Anelli è quello di rallentare o arrestare gli effetti del tempo, le parole di Galadriel significano chiaramente che con la distruzione dell'Unico Anello, anche gli altri perderanno il loro potere.
Nell'intera vicenda degli Anelli di Potere si scorgono insistenti richiami agli eventi remoti da cui ebbero origine le vicissitudini del popolo elfico di stirpe Noldorin. In effetti, un confronto con la saga dei Silmaril rivela che anche gli eventi della Terza Era sono segnati inesorabilmente dal travagliato destino di esilio della progenie di Finwë.
Dal Silmarillion apprendiamo, infatti, che la brama di Fëanor e dei suoi seguaci di riconquistare le splendide gemme da loro fabbricate fu pagata a carissimo prezzo. Contro il volere delle Potenze dell'Ovest essi lasciarono Valinor, per recarsi nella Terra di Mezzo e tentare di riprendersi, con la forza, il prezioso tesoro che Morgoth aveva loro estirpato devastando le terre che essi abitavano nel Reame Beato; tale disubbidienza comportò per i Noldor scontri sanguinosi e feroci, a volte contro i loro stessi consanguinei di altre casate, fino al bando e alla scomunica da parte dei Valar, che per bocca di Mandos li condannarono all'esilio senza requie. Così, seppure al termine delle guerre contro l'Oscuro Signore questi fosse stato annientato, la dinastia dei principi Noldorin era stata del pari decimata lungo il millennario conflitto, e le genti che ne avevano seguito le orme ne condivisero il destino di decadenza predetto dagli stessi Valar.
Ma dopo la devastante Guerra d'Ira e la fine di Morgoth i superstiti ebbero le forze per tentare di ricominciare daccapo, e fondarono regni in ciò che era rimasto delle terre ad est del Grande Mare. L'Eregion, la terra dei maestri artieri che forgiarono gli Anelli, era per l'appunto un dominio Noldorin, e gli Anelli furono l'ultimo prodotto di quell'arte, di cui Fëanor fu il precursore ed il massimo esponente, di fabbricare gioielli dai poteri speciali. Come i Silmaril custodivano, per un prodigio mai eguagliato, la pura Luce con cui Varda aveva acceso le stelle innumerevoli ere addietro, così gli Anelli imbrigliavano ed amplificavano la forza che emanava dall'aura degli esseri superiori - gli spiriti più potenti fra gli Elfi e i Maiar, nel cui intimo splendeva ineffabile la luce di Aman. Come i Silmaril furono concupiti da Morgoth, così Sauron, dapprima luogotenente e poi degno successore di questi nel tristo ruolo di Oscuro Signore, bramò gli Anelli, e fece in modo di carpirli o distruggerli - ma in questo andò ben oltre al suo predecessore, poiché quegli Anelli che non poteva conquistare con le armi e il terrore tentò di sottometterli creandone Uno che fosse in grado di soggiogarli tutti, apprendendo l'arte dagli stessi fabbri elfici per poi rivolgerla agli scopi più efferati, votati al Male e alla dominazione.
Poiché il Bando dei Valar non poteva certo dirsi prescritto, nonostante la fine di Morgoth, per quegli Elfi Noldorin sopravvissuti il destino era comunque segnato. E così, gli Anelli furono cagione di una serie di guerre non meno cruente di quelle dei tempi antichi, e anch'esse senza appello: cedere avrebbe significato consegnare il mondo alla dittatura dell'Ombra, dalla quale sarebbe stato poi assai arduo liberarsi. Né il fato degli Elfi poteva essere diverso; o soccombere al Nemico oppure estinguersi, in quanto il prezzo da pagare per l'annientamento del potere dell'Oscuro sarebbe stato quello di rinunciare al proprio - essendo il potere dell'Unico inscindibilmente legato a quello degli altri. Così il destino di Galadriel e di Elrond, a distanza di millenni, era ancora segnato dalle conseguenze della ribellione di Fëanor al volere delle Potenze, e sarebbe stato analogo; liberare il mondo dalla minaccia estrema, solamente per doverlo poi abbandonare e lasciare ai Figli che Eru aveva designato quali legittimi eredi di Arda, gli Uomini. (G.C.)
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