Quelli (noi) tra drago e realtà
Analisi dei significati storici e metaforici della letteratura fantastica
"Le fiabe non conterrebbero nulla di reale se la psiche delle creature umane fosse incorporea. Questa psiche è contenuta in un corpo, ed è diverso se questo corpo è in un mondo di fame e disperazione, in una terra dove le madri sono trascinate verso i roghi e dove passano i lanzichenecchi, oppure se è in un posto in cui l’unico dubbio è 'insieme al tè, ci facciamo i frollini o i biscotti al cioccolato?'. Nel primo caso la fiaba è Hansel e Gretel, nel secondo Winnie Pooh.
In realtà la fiaba, narrazione fantastica senza alcuna pretesa di verosimiglianza, nata dal basso, spontanea e anonima, proprio per il suo contenuto fantastico è in assoluto la narrazione che è più vicina alla realtà storica: è l’unica narrazione dove la realtà storica, di qualsiasi tipo, sia stata rappresentata."
Da tempo immemorabile la narrazione fantastica ha sempre toccato, in tutte le sue forme, corde profonde nell’uomo. Dalla fiaba tramandata per generazioni e raccontata alla famiglia riunita davanti al focolare al poema epico, lontana eco di gloriose battaglie e indimenticabili eroi, alla letteratura fantasy del Signore degli Anelli o di Harry Potter, con le sue metafore sfuggenti e le sue suggestioni cangianti e multiformi, il fantastico si è sempre posto come infinito e prezioso deposito di archetipi dell’immaginario.
Silvana De Mari prova ad analizzare il perché dell’impatto sempre crescente della letteratura fantastica sulle società: attraverso la neurobiologia, la psicologia, l’antropologia e, perché no, la politica, l’autrice traccia infatti una mappa ideale della storia dell’Uomo e della cultura, realizzando una guida originale e definitiva sul passaggio tra fiaba, fantasy e realtà attuale.
Silvana De Mari è una delle autrici italiane contemporanee più originali ed efficaci. Nata nel 1953 vicino a Caserta, ora vive nella zona collinare in provincia di Torino. Nella sua vita è stata chirurgo sia in Italia che in Etiopia, come volontaria, poi da quando le è venuto il dubbio che i mali dell’anima possono essere non meno devastanti di quelli del corpo, si occupa di psicoterapia. Per sua stessa ammissione la sua caratteristica peculiare è quella di arrabbiarsi: per dare quindi concretezza alla sua rabbia ha deciso di scrivere d’ingiustizie, persecuzioni, discriminazioni e ribellioni in forma di favola, ma sempre strizzando l'occhio alla realtà del suo tempo. Nei suoi libri, appassionanti ed avvincenti, è capace di spaziare tra diversi generi letterari affini (la fiaba, il fantastico, la fantascienza) per narrare i sentimenti, le paure, le emozioni che appartengono ad ognuno di noi. La sua conoscenza della letteratura fantastica si combina con una grande capacità di penetrazione nell'animo umano e con la voglia di continuare ad indignarsi per le ingiustizie e le sofferenze degli uomini. Da ciò nascono libri in cui, a un notevole impulso etico, si combinano il senso dell'avventura, il bisogno del sogno e della speranza, l'amore per la narrazione e per le storie.
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